Il cliente di Roma, venuto fin quassù
per mangiare la fiorentina, vuole un vino che non sia secco, esattamente vuole un vino fruttuoso.
Si dà il caso che la mia carta sia
priva di vini fruttuosi per cui cerco di pescare tra i maremmani il
vino più fruttato e morbido di cui dispongo. Ma la mia scelta non
soddisfa il cliente: all'assaggio, questo vino è ancora troppo secco
per i suoi gusti.
Non cerco nemmeno di spiegare il perchè
di certi vini o di certe scelta in carta, mi fa proprio fatica
sprecare parole e me ne resto zitta abbozzando un sorriso ebete.
Per fortuna il cliente decide di tenere
la bottiglia che gli ho proposto e mi tolgo dall'impiccio.
Per poco però, fin quando il vino
finisce e me ne chiede un altro, che sia ancora più dolce.
Sono nei guai perchè di più dolce ho
solo il vin santo.
Qualunque cosa io stappi sicuramente
non gli piacerà, per cui oso. Oso con un vino che piacerebbe a me
con la bistecca, che è molto fruttuoso si, ma di spremuta
d'agrume (uh che esagerata!) e non certo di confettura di more.
Sangiovese quasi di montagna, acidità e beva, Castellina in Chianti.
La Rufina era una scelta troppo scontata..
Chiaro che neanche questo lo soddisfa,
ma a detta sua e con grande sorpresa mia, questo vino è più vicino
a quello che lui ha in mente.
-Ma dai? Se questo vino di morbido c'ha
solo il sughero-, questo penso ma non glielo dico, ovvio.
E comunque il cliente ha sempre
ragione, l'importante è capire e accontentarlo. Anche se in
questo caso, o io o lui, non c'abbiamo capito una mazza.