venerdì 22 agosto 2014

BICICLETTE E BUGIE

L'Angelica è in gran forma stasera. abbronzata, tacchi alti. E' a dieta e non tocca alcol dall'inizio del mese, eccetto qualche rara eccezione come stasera. E quella Ribolla del Collio senza infamia e senza lode con cui abbiamo cenato sta sortendo il suo effetto. A fine cena usciti dal locale non ricorda dove ha lasciato la bici.
E' talmente brilla che sostiene che gliela hanno rubata, anzi che sono stati i vigili a portare via l'intera rastrelliera con la sua bici attaccata. Nel punto in cui dice di averla lasciata infatti non c'è ombra di portabiciclette di alcun genere.
Diciamo che ultimamente è piuttosto svanita; per esempio a cena ha ordinato del pollo convinta d'aver chiesto l'insalata di polpo. Poi ha pure questionato col cameriere perchè lei il pollo non lo mangia mai nemmeno a casa, figurati al ristorante. Gli amici testimoni solidali confermano che aveva ordinato proprio il pollo
-vabbè lo lasci pure, tanto sono a dieta!
E mentre stiamo a ragionare di bici e lucchetti una voce maschile
-ciao Angelica, che ci fai qui?
-mhm io veramente-arranca
-credevo avessi la febbre
-si infatti sono stata molto male e ancora non mi sento troppo bene, solo che loro (indicando noi poveri innocenti) hanno insistito e ho pensato che coprendomi bene..-e mostra un microscopico foulard con le frange argentate
-be in effetti non si sente molto bene- le viene in soccorso l'amico Primo- barcolla e ha le visioni, però la febbre mi pare eccessivo-esclama con aria sardonica 
L'angelica diventa paonazza e gli pianta una bella gomitata nel fianco.
Capiamo solo più tardi perchè l'Angelica se l'è presa cosi tanto.
Lei e tale Alessio si sono conosciuti la settimana prima durante una minicrociera in canoa a Bilancino, lui più esperto l'ha aiutata a scendere e salire su quella specie di barchetta di carta ecc ecc e poi le ha pagato da bere al Riva Sud. Quindi si sono salutati con la promessa di lei: ti chiamo nei prossimi giorni. Aspetta e spera. E lui ha aspettato, per una settimana intera, poi non avendo notizie le ha inviato un sms del tipo che fai? ci vediamo?
"Ho la febbre" è la prima scusa che Angelica ha partorito. E mentre lui se la immagina a letto col naso rosso, la camicia da notte di flanella e il termometro in bocca, lei si vive la movida insieme a noi in Santo Spirito.
Onestamente incontrarlo proprio nello stesso locale in tutta Firenze ha quel che di sculo cosmico,  la iella galattica che colpisce quelli che dicono una bugia ogni tanto per cavarsi dall'impiccio.
Angelica ha continuato a sostenere che è meglio dire "ho la febbre" piuttosto che "non sei il mio tipo". Anche a costo di fare una figura cacina. Io però non ne sono convinta.

martedì 19 agosto 2014

BICICLETTA DA BERE


Un paio di sere fa il mio trenino di pendolare del lavoro è partito verso casa con un lieve ritardo di un'ora e 5 minuti. Il treno fa ritardo sempre quando io ho un appuntamento. Arrivata in stazione è troppo tardi per salire con la macchina fino a casa a cambiarmi ed è troppo presto per presentarmi all'appuntamento. D'accordo opto per bere qualcosa che mi per rinfreschi.
Il baretto all'angolo vicino alla stazione è chiuso. Fortuna che c'è il circolino in ogni paesello della Val di Sieve, almeno quelli non vanno in ferie.
La sala del circolo è quasi deserta. Due anziani seduti a un tavolino discutono del tempo "diavolo" di questo agosto piovoso, mentre un terzo vecchietto munito di bastone è intento a scegliersi un gelato.
Dietro il bancone la barista, meglio detta barrista, asciuga dei bicchieri.
-buongiorno posso avere un campari soda?
-ci vuole anche un po' di vino bianco?
-si grazie!
-ecco a lei la sua bella bicicletta!- esclama entusiasta del beverone che mi porge.
-Grazie.
Scommetto che si chiama Mirella. Ce n'è sempre una in ogni circolo, fin dai tempi di Vernice Fresca, solo che allora versava il vov. Faccia bonaria ma sguardo furbo, di chi la sa lunga per aver tenuto testa per anni alle battute di giovani e meno giovani della profonda campagna. 
La bicicletta in fondo è buona da bere, e poi a 3 euro si può fare. In effetti il vino bianco ingentilisce il camparino, lo rende meno dolce al primo impatto e ne migliora la beva. Peccato che questo aperitivo sia bistrattato come una roba da vecchi. Secondo me il problema sta nel nome, "mi faccia una bicicletta grazie" è roba da vergognarsi a ordinarla. Occorre ribattezzare sto velocipede per venderlo.. provare con nomi tipo Alexander bike, Cubike Libre, Sex on the bike
Appoggio la bicicletta (da bere) sul tavolino e sfoglio il giornale. Leggere in solitario è ritenuta una cosa normale, leggere e sorseggiare un aperitivo in solitario è un altro paio di maniche. O passi per una povera iettata o per una alcolizzata. O comunque sia, non passi inosservata. Infatti: 
- signorina che lo legge lo sport?- il vecchietto col bastone e la coppola in pieno agosto mi guarda incuriosito, come fossi un animale scappato dallo zoo di Pistoia. Mi scopro imbarazzata col giornale aperto alla pagina dell'oroscopo: -ehm..-balbetto-no, no  prenda pure, io mi sto documentando sul futuro
- su i' domani e di' futuro che Dio mi lasci all'oscuro- ribatte lui quasi canticchiando questa verità assoluta. E si porta via l'inserto dello sport fischiettando il motivetto di Bellezze in bicicletta.

Secondo me aveva tutta l'aria di uno sfottò.

mercoledì 6 agosto 2014

PROGETTI DI CUCINA E DAIQUIRI








In quanto donna e ristoratrice la cucina è l'ambiente di casa più importante, il più vissuto. Sebbene, come più volte ho detto e scritto, mi capiti raramente di cucinare a casa quando il ristorante è chiuso, a me piace pensare di poterlo fare se mai un giorno ne avessi voglia. E mi piace pensare di essere attrezzata per un ovino affrittellato, o un riso bollito in caso di malattia, così come per un semplice croque en bouche o un'anatra alla pechinese.
Le dimensioni lillipuziane della mia casa mi obbligano ad una cucina da puffo che sia allo stesso tempo cucina appunto, soggiorno e anche un po' salotto. Il tutto dovrebbe teoricamente risultare accogliente e anche pratico.O mi rivolgo a Mary Poppins o trovo qualcuno con l'idea dello spazio molto creativa, capace di far entrare il culo della Lopez in un portagioie, insomma un architetto. In alternativa c'è sempre l'IKEA.
La fortuna vera sta nell'avere amici architetti. Architetti speciali che progettano a suon di Daiquiri: per l'esattezza Sangria Daiquiri, ricetta da loro stessi messa a punto che prevede l'utilizzo di pesca, zucchero di canna, vino rosso e rum bianco, il tutto frullato col minipimer. Geni.
L'amicizia si dimostra anche nell'accettare un compenso, erogato nel tempo sotto forma di bistecche e fritto. Altrimenti mi sarei rivolta agli impiegati dell'IKEA.
Con la scusa di una cena sull'aia porto le piantine della cucina per chiedere giusto due consigli tra una chiacchiera e l'altra. Non faccio in tempo a mostrare i miei fogli con le misure prese meticolosamente a mano, che mi hanno già arredato la stanza, tirato su pareti che non esistevano e mi han fatto pure sparire la scala a vista.
Provo a dire qualcosa ma nemmeno mi sentono: sono entrati in loop col frigorifero, o forse col Daiquiri. La loro idea dello spazio mi sconcerta: nella casa in miniatura ci inseriscono addirittura due divani da 3 posti e un tavolo da 8 persone. 
Poi la domanda: -da quanti pollici lo vuoi il televisore?
-perchè mi entra?- chiedo incredula
-questa zona è libera, si è creato un corridoio, assolutamente inaccettabile, dobbiamo riempirla.
-ma potrebbe servirmi che so, per aprire l'asse da stiro
si girano con aria di sdegno: -l'asse da stiro? ...sfigata!
Ammutolisco, mi ritiro dietro la caraffa del Sangria Daiquiri fingendo indifferenza.
Quindi riprendo di soppiatto uno dei fogli con le misure degli impianti e inizio a segnare puntini neri sulle pareti: "attacco per gelatiera"," presa elettrica per impianto sottovuoto", "abbattitore", "mensola per termosigillatrice". Infine barro la parola antibagno e sostituisco con la dicitura più appropriata: locale affumicatura.
Ce la faranno, sento che ce la faranno..

Grazie a Mira e Nik, superlativi e geniali

immagine dell'arch. G. Marchetti, tratta da www.awn.it

martedì 5 agosto 2014

CUCINARE CON LA MAMMA



Ci fu una grande battaglia di idee e alla fine non ci furono né vincitori né vinti, e neppure idee*.

Per me, preparare il pranzo della domenica a casa è un evento eccezionale. Capita si e no una volta all'anno, alcuni anni neanche quella volta. Dipende da quanto durano le ferie. Perché di solito la domenica il pranzo lo preparo per una cinquantina di persone al ristorante. L'idea di farlo a casa in quella domenica d'estate mi mette in ginocchio. Cosa preparo? 
Chiedo aiuto alla mamma che è sempre la mamma e per di più è cuoca.
In questo modo mi dipingo come la figlia d'arte stalentata, in realtà sono solo una diversamente interprete della cucina. Tradotto: una spina nel fianco per due osti della tradizione pura e dura, come i miei genitori.

Io son quella del togliere o del "mettine meno", mia madre è quella dell'aggiungere: -metti ancora un po' di sale, e vai giù con l'olio, aggiungi un pezzo di burro, e dai macinalo codesto pepe!- e ancora -senza parmigiano d'icchè sa?-
E' tutto un gioco di equilibri e battibecchi: 
-ma io voglio sentire il sapore della zucchina!
-ma la zucchina un sa di niente
-io lo voglio rosa quel fegato
e lei: -cuocili bene quei fegatini sennò sanno troppo di fegato-
Sulla cipolla soffritta poi non c'è punto di incontro: al burro ci aggiungo sempre dell'acqua affinchè appassisca ma non frigga, altrimenti mi torna a gola
E lei sbuffa inorridita. -codesta cipolla non è soffritta, glié lessa
e così via  su almeno altri duecentocinquanta ingredienti e preparazioni.
e naturalmente anche sul menu di questo benedetto pranzo domenicale.
-Se deve essere un pranzo della domenica devi partire dall'antipasto fino al dolce- afferma categorica. Dopo lunghe trattative riesco a spuntare due portate più il dolce. La frutta non si può assurgere al ruolo di dessert, su questo siamo d'accordo entrambe.
Sulla pasta non ho modo di trattare: -la pasta ci deve essere, sennò i' desinare risulta monco!- sostiene imperterrita. Cedo subito, perchè tirare la pasta mi piace, mi dà soddisfazione come fare il pane. Opto per una pasta di acqua e semola con salsa al pomodoro (è estate, mi pare calzante). Lei subito mi stronca: -sieee, tu inviti la gente per fargli la pasta al pomodoro? sta' bona vai..- assolutamente da preferire delle tagliatelle al ragù o meglio ancora dei ravioli
Carne: niente bocconcini o spezzatini, -la carne ci vuole a pezzo intero, deve essere un piatto importante-, commenta. Ciao ciao pollo al curry..(peccato, ho un curry che resuscita i morti, portato del lavapiatti indiano al ritorno dalla visita alla famiglia).
Insomma brancolo nel buio e ancora non s'è parlato del dolce.
*Stefano Benni, Elianto