giovedì 24 dicembre 2015

A CASA MIA NON E' NATALE SE (REMIX)

Ripubblico questo post perchè mi sa che sarà l'ultimo Natale così.
Auguri a tutti!

Un remix del post dello scorso anno tanto il Natale è sempre lo stesso da che io ho memoria. Ecco la mia tavola per la cena del 25, perché a pranzo sono al fronte, tra bombe-bambino che esplodono urlanti ogni minuto perché vogliono scartare il regalo prima della fine del pranzo. Il servizio è uno slalom su un terreno minato, nello sforzo di non calpestare le cataste di regali e balocchi sparsi per terra. Poi la sera finalmente festa col parentado a casa mia. E via a ripreparare una tavola..
Dunque dicevo che a casa mia non è Natale se sulla tavola imbandita per la cena non ci sono nell’ordine:
  • l’insalata russa, la soviet salad come la chiamiamo in famiglia, colei che rende dignità alle carote e alle patate lesse, grazie all’oscena sensualità di una maionese ben fatta. E non sottovalutate la capacità liberatoria di frustare la maionese, quale spurgo da stress prefestività..
  •  i tortellini in brodo, che ormai per il terzo anno consecutivo son diventati dei cappelletti all’uso di Romagna (7° ricetta nel libro dell’Artusi) in brodo di cappone, perché come raccomandava il gastronomo “questa minestra per rendersi più grata al gusto richiede il brodo di cappone, quel rimminchionito animale che per sua bontà si offre nella solennità di Natale in olocausto agli uomini”. E non fissatevi sulla fatica di realizzare cappelletti grandi come una mentina o poco più: le dimensioni sono decisive per il risultato finale. Ma c’è di più, e quel di più è per colpa del buon Paolo Teverini. Avete presente quel bel grasso che affiora dal brodo di cappone? Ok toglietelo e mantecateci i cappelletti cotti al dente nel brodo, che poi servirete a parte in tazza. E io l’ho fatto, l’ho fatto per due volte.. Teverini non t’avessi mai incontrato! La ricetta è complessa e un tantino opulenta, ma è perfetta nel suo insieme, e una ricetta perfetta non si cambia. Tenetelo a mente.
  • i piselli surgelati cotti con la "carne secca": da sempre ci son stati nei Natale di cui conservo memoria e mia nonna  si raccomandava  che fossero i pisellini primavera, e non quei piselli novelli cicciuti, a detta di lei troppo dolci.. A detta mia questo è l’unico caso in cui son da preferire i pisellini ai piselli..
  • le confezioni di polistirolo con i datteri allineati e la forchettina di plastica bianca a forma di ballerina. Quando andai in Tunisia per studiare le tecniche irrigue in condizioni di aridità, grazie alla mia utile laurea, ho cercato disperatamente le signorine/ballerine con la gonna in paglia, ma ho trovato solo uomini in jeans che giravano per le piantagioni di datteri col motorino. Babbo Natale non è il solo che non esiste..

venerdì 18 dicembre 2015

APPETITI ESTREMI VA A RUBA!



E' proprio il caso di dirlo appetiti estremi va a ruba. Letteralmente.
Il primo librino che hanno rubato è stato quello dell'amica Claudia. Lei diretta verso nord per sbevazzate di lavoro, se lo leggeva sul freccia rossa, ridendo di gusto al pensiero della Somigli e della Pianigiani tutte pepe e peposo.
Poi si alza per bere un caffé. Il librino resta sul seggiolino, ma per poco. Sparito. Puff. Estrema tristezza, c'era pure la dedica. 
Molto male. N O N S I F A.

Seguono poi i librini trafugati al Maccherone, dove facevano bella mostra di se sul ripiano di una vetrina. E' andata più o meno così:
"si ciao ma dai che brava hai scritto un libro..bene ..bello..ciao"
poi un altro "ehi guarda hai pure scritto un libro, congratulazioni ecc ecc"
e infine altri ancora: "vieni a vedere, sabrina ha scritto un libro ecc ecc"

Ehi mancano dei libri, Ragazzi li avete venduti voi?
No noi no!
Regalati?
Nemmeno
ok fregati. Il danno e le beffa.
M AL I S S I M O. N O N S T A B E N E

Capisco, il titolo e la copertina sono talmente stuzzicanti da indurre ad afferrarlo subito, insomma non gli si può resistere e questo in fin dei conti mi lusinga.  
Facciamo così: da qualche giorno potete trovare Appetiti Estremi in 18 punti vendita del circuito UNICOOP. Il librino potrebbe essere un'idea carina e economica per i vostri regalini di Natale. Occhio però, alla coop c'è l'antitaccheggio, non cercate di fregarli!!

martedì 15 dicembre 2015

SOLIDALE CON LA CATEGORIA

L'Aurora mi chiama a un'ora insolita "Sabri ti prego vediamoci!"
"ma io sono al lavoro, stacco tardi"
"dai quando finisci ti aspetto, giuro che non mi addormento"
"ma non posso uscire odorante di fritto misto e se incontrassi l'uomo della mia vita?"
"gli verrà l'acquolina in bocca, ti mangerà con gli occhi"
ma che gusto ci sarà a sfottermi così? ora riattacco
"dai al Central Pizza a mezzanotte chi vuoi che ci sia? e poi se in 30 anni quell'uomo non s'è fatto vivo fatti due domande: vanno bene anche quelle a risposta multipla. Ad esempio
a. lo incontri quando sei insieme alla tua amica brasiliana, quella sventola
b. non lo incontri manco se preghi in cinese
c. lo incontri sfatta al Central Pizza"
Riaggancio senza rispondere. È meravigliosa, riesce a prendermi per il culo in modo magistrale, anche nel bel mezzo del caos massimo del ristorante.

Eccomi in pizzeria con i capelli inteccheriti dalla lacca, per coprire l'odore della cucina che si infila fin sotto la pelle
"Anche per me una birra media e una pizza margherita.. ma senza prosciutto cotto mi raccomando"
il cameriere prende la comanda senza battere ciglio e ripete: una margherita senza prosciutto cotto. Poi se ne va. Mi calo nei suoi panni, cioè mi ricalo in quelli che vestivo mezzora prima: il cameriere alle prese con comande bizzarre. Ne capitano a iosa ma questa dell'Aurora è un pezzo avanti alle altre. Solo che stavolta io sono la cliente, seduta con questa rincoglionita che chiede la margherita senza prosciutto cotto. Secondo me è colpa di noi camerieri che, per educazione, acconsentendo tacitamente a queste castronerie, alla fine induciamo il cliente a credere di essere nel giusto, e quello va avanti a chiedere la stessa minchiata in ogni ristorante. Prima o poi un cameriere coraggioso dovrà fermare tutto questo.
"Perchè non hai ordinato i tortellini alla panna, ma senza il ripieno?"
"Lo sapevo, quando sei a tavola sei una rompipalle, io il prosciutto cotto proprio non lo posso vedere e quindi faccio una richiesta preventiva, non si sa mai" 
"Adesso ti spiego cosa sta succedendo in quella cucina là, la vedi? Il cameriere sarà arrivato con le lacrime agli occhi urlando: una margherita senza prosciutto cotto. Mi raccomando! Gli altri lo avranno guardato, prima seri, poi saranno scoppiati a ridere anche loro come matti. Poi tutti a cercare di sbirciare dal passavivande per vedere la faccia del cliente che ha ordinato questa pietanza diciamo originale. E sorvolo sui commenti che ne verranno..Che dici se mi unisco a loro? Solidale con la categoria"
"Uffa e allora?"
"Lasciamo una bella mancia e a fine serata saremo delle Signore agli occhi della brigata. Ma che volevi dirmi per questa convocazione straordinaria?"
"Coooosa!!???"
ahaha questa ve la racconto a breve!!

mercoledì 9 dicembre 2015

A NATALE SIAMO TUTTI PIU' BUONI

O almeno ci proviamo ad essere tutti più buoni. Poi siccome questo non ci riesce quasi mai, finiamo per essere tutti un po’ nervosetti. Pure in un luogo di piacere come il ristorante.

Clienti occasionali. Aspettano una ventina di minuti per avere il pollo e coniglio fritto. Del resto è espresso, tra infarinarlo, passarlo nell'uovo e friggerlo ci vuole più o meno questo tempo.
Mi guardano con insistenza, gli occhi puntati addosso ogni volta che entro in sala con delle pietanze in mano. “scusi c’è ancora molto da aspettare?”
“no i vostri secondi sono già in preparazione, questione di pochi minuti”
Passano pochi minuti e rieccoli all’attacco: “ma insomma quanto ci vuole?”
“vado a sollecitare in cucina”
Amico sono passati pochi minuti da quando me lo hai chiesto, dico ma che fretta hai? Come c’è la partita alle tre?  Mi dispiace nella vita bisogna saper scegliere e tu secondo me hai scelto giusto a venire al ristorante. A tavola non si invecchia quindi rilassati.
Finalmente arrivo con il fritto e lo sistemo sul tavolo
“era l’ora!”
Faccio finta di non sentire e il cliente di nuovo
“era l’ora!”
Interviene la moglie “dai che ha sentito, smetti”
E lui non contento “voglio che la signora mi guardi in faccia quando le parlo”
Sta dicendo a me? Ops avverto un formicolio che dalle mani mi sale al collo e poi alla testa. Mi sento avvampare, si  intasa la vena. ..Houston abbiamo un problema.
Lo guardo in faccia come mi ha chiesto..quasi quasi gli strizzo l’occhio, magari lo bacio anche in fronte, è Natale, siamo tutti più buoni, ma anche no. Infatti sono i pensieri impuri  a prendere il sopravvento: pensieri di fritti indigesti, conti che lievitano, acidità di stomaco et simili. Insomma un pomeriggio all'insegna di una digestione pesante per il mio gentile cliente. Lotto con tutti i muscoli del viso che non hanno voglia di tirarsi in un sorriso e mi esce una smorfia fuori misura alla The Mask: “prego mi dica”
Stavolta è il cliente a far finta di non sentire mentre si getta su una coscia di coniglio fritto.

C’è un altro tavolo vicino alla finestra: circa una dozzina di prenotati. Metà sono seduti al tavolo dalle una, l’altra metà ritarda. Ritarda molto. Quando finalmente il gruppo è al completo, danno una rapida occhiata al menu e mi chiamano per le comande. C’è disaccordo sulla bistecca. Chi la vuole e chi non la vuole. Niente problemi potete ordinare delle cose diverse suggerisco. E invece la bagarre si inasprisce. Non credo ai miei orecchi questi due signori stanno litigando per una bistecca. Uno di loro si alza e se ne va in giardino e così fa ritardare il tutto ancora di più. La moglie lo segue e io resto lì imbarazzata con il gruppo del Nobistecca.
Potrei suggerire loro di ordinare del fritto così in quella mezzora che ci vorrà per prepararlo si potranno calmare. Oppure incazzare di più, dipende se vogliono vedere la partita anche loro.

Morale della favola: per essere tutti  più buoni a Natale si deve interrompere il campionato?

mercoledì 18 novembre 2015

CERTE NOTTI

Certe notti se sei fortunato
Ti bussa alla porta chi è come te..
Certe notti da farsi un bicchiere
Fin quando fa male fin quando ce n’è.

Certe  notti bussano in 12.
I soliti dodici, come i discepoli, ma di un Dio minore tozzo e rubicondo, con la testa cinta da tralci di vite che s’affaccenda semisdraiato a piluccare dei chicchi di uva. Umili seguaci del Messia Mersault, quei Nerd del vino, si sono presentati ciascuno con bottiglia degna di menzione. Del resto l'invito recava il seguente messaggio: dress code della serata: stiamo bene. No piaghe tra i piedi e bottiglie buone. Astenersi da troiai.
Liturgia di queste notti è il sacrificio di un numero variabile di bottiglie, legate spesso da un fil rouge che si basa sul concetto dell'essere stucchi, ma parecchio stucchi.
Prima della cena la notizia shock dell'assenza del dodicesimo apostolo, che tradì per una scappatella in Langhe. Poi fu beccato nel comune di Sabbioneta che si faceva di Lambrusco Mantovano. Traditi per un piatto di  risotto alla pilota. Ma il dodicesimo non è solo il traditore, è pure l'apostolo della sfiga: in sua presenza accade spesso che un certo numero di bottiglie sacrificate siano defunte da tempo o terribilmente ammalate. Stavolta invece neanche un difetto. E' la giusta punizione per chi tradì.

E dopo il primo brindisi, che ha quasi il senso di "scusate se ho portato bollicine italiane, amici miei siete proprio dei pipponi del vino, dai perdonatemi è millesimato 1516, annata fresca con un settembre caldo e asciutto". Ehi sono buone le bollicine di Trento amico, chissenefrega se non vi sono inflessioni galliche. 
Solo un piccolo assaggio delle ruminazioni mentali dei 12, estimatori incondizionati d'un raro Petit Merlot, che solo alcuni miracolati bevvero. Io un l'avevo mai sentito dire, ma si sa io vivo nell'ignoranza.
-Non vi vergognate d'avere un Kurni in cantina. Non te la menare, se tu lo porti si beve
-aprire una bottiglia di bollicine può servire anche per prendere il battito cardiaco al polso. Mi serve un dottore
-io e lei seduti in macchina vicini e stretti, una situazione ad alta densità di impianto. Voglio uno astemio
- e non è mancato il grande classico: perchè noi dell'AIS ce l'abbiamo tannico. Grazie, ho già cambiato associazione

Certe notti scorrono tra fiumi di vino e confessioni e sono quelle notti che somigliano a un vizio che non voglio smettere mai..

domenica 15 novembre 2015

LA CRESIMA


Il dolce è un capolavoro di ingegneria e precisione: un campo di calcio con manto erboso, linee bianche di zucchero al velo, le porte finte e un Oliver Hutton in statuetta che corre verso la porta di Benji.
I genitori lo hanno ordinato direttamente al pasticcere. Sono andata a ritirarlo io con la macchina, sudando le sette camicie per non farlo scivolare lungo i tornanti che conducono all'ebbro colle. In coda dietro di me anche la Sita, la solita donna imbranata al volante, avranno pensato imprecando. Invece avevo a bordo un Camp Nou di 60 cm per 40, che mi è costato una fortuna.  
I genitori del bambino mostrano con orgoglio ai parenti quel dolce, vuole essere la mamma a portarlo in tavola: non mi pare il vero, pesa come una lastra di granito. Perciò col bambino mi raggiunge nella saletta, le porgo il dolce e lei ci sistema Holly al centrocampo. Il bambino batte le mani, è elettrizzato per l'ingresso del dolce in sala. 
"Dai andiamo Tommaso!" La mamma stringe il vassoio un po' insicura, tentenna, le scivola il dolce.
Sul pavimento, Camp Nou distrutto. 
OMMIODDIO
Orrore e sgomento. Io non ci voglio credere.
Il bambino scappa via, corre, non si capisce dove, perchè sparisce per alcuni minuti, che sembrano ore. La mamma piange: stavolta l'ha combinata più grossa lei che tommasino in tutta la sua carriera di teppista.
E Oliver Hutton disintegrato dall'urto.
Sto per piangere anche io lo giuro. 
Lunghi istanti di panico, ora cosa facciamo, dunque il piano B..signora lei ce l'ha un piano B?
Ripieghiamo su uno dei dolci della casa, una bavarese al cioccolato, che per carità è buona, ma è il campino della parrocchia in confronto al dolce dilaniato dalla mamma.
Nello sforzo di rendermi utile, eccedendo in zelo, provo a risistemare la statuetta con l'attack. Il piedistallo regge, Holly corre ancora con le sue gambe, ma corre senza un orecchio e con la testa piegata di lato, come colpito da torcicollo codice rosso. L'urto ha disintegrato il collo, ho fatto del mio meglio.
Alla fine la statuetta del giocatore mutilato ha provocato le risate di tutti gli ospiti e anche quelle del bambino con gli occhi ancora rossi dal pianto.

venerdì 13 novembre 2015

ALTITUDINI E DEPRESSIONI

E' mezzogiorno. Domenica ora di pranzo.
Si sono dati tutti appuntamento alla stessa ora. Hai voglia a dargli tre orari di arrivo scaglionati. C'è l'ingorgo all'ingresso, tra passeggini, anziani col bastone, amiche che si fanno i complimenti per le scarpe e la messa in piega. Poi ci sono anche io in mezzo a tutta la bolgia, ma non mi si vede. E vorrei con tutte le forze attraversare l'ingresso per raggiungere il banco del pane e iniziare a preparare i cestini. Sono tutti alti, maledizione, a parte quel paio di nonni ricurvi per l'età. Leggevo qualche tempo fa che la popolazione italiana continua a crescere in statura; in meno di un secolo siamo cresciuti di ben 11 cm rispetto ai nostri bisnonni. Tutti tranne me e pochi altri sfigati.
Ma c'è di più. La crescita, leggevo, è strettamente correlata, oltre che a fattori genetici, alle migliori condizioni di vita e soprattutto all'alimentazione durante LA fase fetale e nei primi anni di crescita. Ora, io sono figlia di ristoratori, o quanti problemi di alimentazione avrò avuto? Nove mesi dentro una pancia di indubbia capienza, una vera casa di Hansel e Gretel, che ha visto scivolarsi dentro carni alla griglia, paste fatte in casa, zuppe  d'ogni genere, crostate alle more e biscotti di prato appena sfornati, come se non ci fosse un domani. Poi lo svezzamento e tutti gli anni trascorsi tra quelle mure intrise di odori di soffritti, coniglio al forno e prosciutto del Pratomagno, e le merende col panino farcito con la braciolina fritta. E allora cosa non ha funzionato?
Mentre mi deprimo tra queste genti slanciate, una signora coI jeans attillati, che per toglierli ci vuole lo svitol, ride sguaiata e si slancia indietro pestando il mio piedino 36 con una diabolica scarpa corazzata di plateau morbido come il marmo. 
"Ohi" soffoco una lacrima di dolore! Lei ruota la sua bella testa ad altezza giraffa e non vede nessuno..
- per forza, sto 30 cm sotto di te, stronza!-
Alta e stronza.
Ma è una cliente e pagherà perciò la tratterò con tutte le attenzioni del caso. E soprattutto farò attenzione a quelle armi contundenti che indossa ai piedi.
Riesco a raggiungere il banco del pane e salgo sulla pedana, guadagnando almeno 10 cm in altezza. Ora respiro e qualcuno lo posso pure guardare negli occhi senza alzare la testa.
Il mio collega di fianco affetta la soprassata e sentenzia con ghigno diabolico: "l'importante non è essere alti ma essere all'altezza, non mi ricordo dove l'ho letta, però mi pare calzante"
Respiro, affetto il pane con calma e precisione, dispongo le fette nei cestini e ne prendo tre sulla mano e due sul polso. Ci vuole abilità e equilibrio. Scendo dalla pedana e mi faccio avanti tra i clienti. Il pane non cadrà, sono all'altezza.

domenica 1 novembre 2015

OGGI E' OGNISSANTI. MA PROPRIO TUTTI

1. San Salvi
Il cliente alla moglie: "macché bottiglia". Poi a me: "la ci porti del vino sciorto"

2. San Gusmé
La cliente: "avete del vino al bicchiere?"
"si certo"
"ma che non sia un Chianti, perchè sono allergica al Chianti"
"Intende al vitigno, al Sangiovese?"
"No no proprio al Chianti. Ce l'ha del Morellino al bicchiere?"
Le ho portato del vino bianco, mi pareva più sicuro

3. Saint Honoré
La cliente anziana, di lunga data che porta fuori a turno il parentado per salutare Aldo e Lisetta prima della chiusura: "via ci faccia assaggiare qualche primo diverso. Che si potrebbe fare un trittico?"
Ho pensato a tutte le cose più tristi della mia vita per non ridere, tipo funerale del nonno, morte del cane, poi mi sono congedata per un attacco di tosse

4. All Saints
In cucina regolare battibecco con Aldo su certi ingredienti o sulla loro cottura: "Uffa babbo che rompicoglioni, fai come ti pare"
"speriamo che i' tu babbo ti rompa i coglioni ancora per parecchio, perchè te c'hai di molti problemi!"
Grazie babbo son cose belle. Dieci anni di psicologo per capire l'origine di certe insicurezze. E la Lisetta che ride nell'angolo e assente col capo.
Alle All Saints ho sempre preferito le Spice

giovedì 29 ottobre 2015

RISTORATRICE INTERDETTA

Al ristorante ho 3 seggioloni, ma oggi ci sono almeno 10 bambini in sala. Gli ultimi dovranno arrangiarsi. In realtà gli ultimi clienti, anch'essi genitori con prole, sono pure scocciati che non ci siano più seggioloni e io mi scuso per questa terribile inefficienza: "sa siamo in una trattoria mica una nursery". Tranquilli l'ho solo pensato, mica gliel'ho detto!!
"Guardate se volete abbiamo un seggiolino di riserva, di quelli che si montano sulla sedia, può andare bene?"
e in un eccesso di zelo mi metto io a sistemarlo sulla sedia. Tiro i lacci forte, poi sempre più forte, ma non arrivano a legarsi, maledizione come si monta questo affare?
Il mio collega da persona affabile e altruista quale è si avvicina: "problemi?"
"secondo te?"
"secondo me la maternità non fa per te" se la ride e se ne va a sparecchiare un tavolo
Ma perchè non l'ho ancora licenziato? 
"scusate ve lo lascio appoggiato così potete sistemarlo come preferite" dico ai clienti per cavarmi dall'impiccio
Il padre si avvicina "non così però. E' montato al contrario"
Tac. Una donna spezzata.  Me ne vado con la coda tra le gambe, non sarò mai una buona madre. Pazienza sarò un'ottima moglie depressa.
Il mio collega non ancora contento rincara: "hai presente il più grande spettacolo dopo il big bang?" canta "Tu e la seggetta per infante"
Giuro che lo mando a casa prima della fine del servizio. Poi risolvo il tutto semplicemente alzando il dito medio della mano destra.
A fine servizio il collega mi saluta "hai un messaggio al computer"
Sulla sedia dietro la scrivania è sistemato il seggiolino celeste con appeso un messaggio:
COSI' CI ARRIVI MEGLIO. TRANQUILLA L'HO GIA' MONTATO IO.

giovedì 22 ottobre 2015

I SOMIGLI A EXPO

il treno 98XXX è in arrivo al binario 1. Allontanarsi dalla linea gialla
"Lisetta stai in qua! E sai la un si sposta mica eh?" 
"babbo calma, digeriamo la brioche per piacere, vai salite su" 
ehehe sembra facile.Tra la mole dei miei vecchietti e il bastone, gli scalini del treno possono essere ostili. Ma loro non vogliono che li aiuti, si arrangiano da soli, ostinati. Più esattamente duri come muli.
Expo ci attende. E noi arriviamo con la giannetta alla mano e le ciabatte della Lisetta nel mio zaino.
Sono emozionati, l'alta velocità, la metro, Milano..insomma vanno in gita con la figlia e non succedeva dagli anni novanta..Passata l'ansia da biglietto, che nei treni moderni non si deve bucare alla macchinetta, anzi nemmeno stampare, "ora fanno tutto con i telefono tascabile" la perla di Aldino per la Lisetta.
"poi lei (cioè io) con quel telefono la impazza, sempre per le mani", poi si gira e vede che le altre 50 persone nella carrozza stanno facendo quello che faccio io: capo chino sul telefono, assorti come in trance e si corregge "tutti impazzati, tutti. mah"
A Expo c'è un fiume di gente, scolaresche a non finire, sono gli ultimi giorni del resto. I miei non sembrano preoccuparsi, "Par d'essere allo stadio!"
"si babbo uguale, davvero"
La Lisetta invece è più pratica e esatta "madonna che casino, che ci si farà a entrare in un padiglione?"
La domanda è pertinente, c'è coda anche per entrare nei padiglioni più brutti. Li porto in Francia e compriamo i dolcetti al burro bretoni, li porto in Brasile (non sulla rete ovviamente!) e prendiamo la manioca fritta, li porto in Cina e non compriamo niente, Aldo si rifiuta, "vaiavaia, mangialo te!"
Poi li porto a mangiare, perchè tutto quel camminare ci ha fatto venire fame. Attraversare il Decumano che è un fiume di gente mica è facile, mi giro e vedo i vecchietti fagocitati dentro una scolaresca coi cappellini rosa. "Dai dentro la scolaresca no!!" urlo
Si staccano dalla fila dei bambini in rosa, e sono risucchiati da un'altro serpentone di ragazzini, stavolta col gilet giallo. Ritonfa.
"mamma mia ho visto più ragazzoli oggi che in tutta la mia vita" commenta disperato il mi babbo
La giornata procede con lentezza e un po zoppicante, ma è una prospettiva di osservazione diversa che mi diverte. Poi il patatrac: perdo un vecchietto all'uscita del padiglione zero. La paura, il terrore: e ora?
"madonnina Sabrina s'perso il babbo, ora un si ritrova mica"
Faccio gli scongiuri, impreco, e mi appello alla madunnina: 
"madonnina madonnina non mi abbandonare,
madonnina madonnina fammelo trovare"
dopo poco mi squilla il cellulare: il mi babbo sta usando il telefono tascabile che lo obblighiamo a tenere in tasca. Credo che sia la prima volta che lo usa. Nel panico ha trovato la lucidità di comporre un numero esatto. "Oh oh e mi son perso!"
"Babbo calmo dove sei?"
"e che ne so sennò un m'ero perso!"
"Babbo alza gli occhi che padiglione vedi?"
"c'è scritto Belgio e di qua c'è i Su..i Sudàn" con l'accento sulla A
"aspettami lì che arrivo. Non ti muovere capito?"
"e te sbrigati che c'ho da andare al gabinetto!!"
pure! corro e rido pensando all'effetto stimolante della paura..
e rido e rido a non finire. Forse sarà la stanchezza. Ma che bella giornata.







venerdì 16 ottobre 2015

BELLA LA GEOGRAFIA!

"l'oceano Indiano, accidenti non era il Pacifico..
Ma tra Singapore e l'Australia c'è l'Oceano Indiano davvero?"
E' sinceramente avvilita. Con questa storia degli oceani ha rimediato un'altra cantonata da manuale.
"Senti non è così importante, navighiamo in un mare di ignoranza, cosa vuoi che sia un oceano piuttosto che un altro"
"la cosa è piuttosto ampia se mi permetti. Sono svariati chilometri"
"senti dimmi piuttosto come è andata la cena"
"tailandese"
"sicura che fosse thai?" magari era giapponese, nella confusione del grande Oceanomare, ci sta che Osaka sia finita nel golfo del Bengala
"si si" risponde convinta "e birra delle Dolomiti"
Però arditi quei due. 
"le Dolomiti, quelle le do per certe geograficamente parlando vero? Sono 10 anni che ti mando cartoline dalla val di Fiemme fino alla val Venosta"
"si certo, lo strudel, i canederli, la vernatsch."
"Esatto. Mangiare e bere sono un ottimo mezzo per imparare la geografia senza annoiarsi.Credo che dovresti mangiare un po' più etnico" le suggerisco, mentre me la rido come una scema
"Ti va un té? Oolong me lo ha consigliato l'erborista per le sue proprietà antiossidanti"
"Sabri ma tu sei inossidabile" e mi butta bacini al vento sapendo di prendermi per il culo
"Qui c'è scritto che viene da Taiwan. Vai con la googlata che cerchiamo di capire dov'è.."  

martedì 13 ottobre 2015

CONIGLIETTE E ALTRI ANIMALI DOMESTICI. LA NOTIZIA DEL GIORNO

Autostrada, piove come dio la manda. Direzione Barberino, per attacco da shopping compulsivo, stadio degenerativo. La Marta è con me. Lei è sempre con me in questi momenti e mi accompagna nel percorso dissipatorio più o meno lungo a seconda delle soste. Si sbottona la giacca e mi mostra la maglietta bianca che reca la scritta fatta col rossetto: "stressed depressed but well dressed". 
E' lei la numero 1 e io devo solo imparare.
Alla radio lo speaker, tra una canzone e l'altra, lancia le notizie del giorno, tra cui l'addio alle conigliette di playboy. Le conigliette nude spariranno dalla nota rivista.
"e quindi sparirà anche playboy" commenta secca la Marta e poi se la ride da sola.
"Certo che la coniglietta ha un indice di gradimento decisamente maggiore rispetto agli altri animali da cortile non trovi?"
"Dici?" onestamente non ci avevo mai pensato. Certo anche io a cosa penso tutto il giorno? E poi non mi faccio queste domande essenziali. 
"Non so ad esempio gallina"
storco il naso. "Roba da polli"
"porca"
"inflazionato. Ormai ne parlano tutti"
"oca"
"l'offerta eccede la domanda"
"vacca"
tossisco. "ehm non è un animale da cortile"
"coniglietta"
"estinta, seppur prolifica e ad alto tasso di gradimento".

Abbiamo pranzato a insalata.

sabato 10 ottobre 2015

PICCOLA RIFLESSIONE A FREDDO

E mentre io stavo a fare lezione di frutta e verdura ai miei pensionati,  là fuori il mondo girava più veloce del solito. Un amico e collega si beccava un pugno in faccia da un signore inculito per un’onta subita via web. A seguire tutto l’esercito dei commenti dei giustamente scandalizzati ai quali poi si sono succeduti  coloro che si sono scandalizzati degli scandalizzati con l’accusa: “bè di che vi scandalizzate?”.
E tutto questo mentre io stavo a far risveglio muscolare della mascella e ginnastica dolce alla mandibola con i miei anziani. Pertanto mi sono scandalizzata solo in ritardo, diciamo che sono rimasta più sbigottita che altro, da quello che sembra un regolamento di conti alla Per un pugno nell'occhio, ma che in realtà è un agguato vero che si conclude con una persona aggredita diretta all'ospedale.
E io a ragionare dei principi di educazione alimentare con i miei amici della terza età in svezzamento. Perché l’educazione è importante fin da piccoli, a cominciare dagli ottuagenari in fasce.
Mi si perdoni l’ironia con cui abbino questo due fatti: l’aggressione e la didattica per gli anziani.

I due eventi, di per se scollegati dimostrano invece che non è mai tardi per imparare. Imparare a chiedere scusa e imparare a ridere di se. La prima per tentare di riparare a cazzottate demenziali, la seconda per tentare di prevenirle.

lunedì 5 ottobre 2015

VOGLIA DI GELATO

Il mio modesto tributo a un linguaggio che non è solo un dialetto, ma è l espressione di uno stile di vita schietto e verace. Che Dio lo salvi.

La Lisetta ha voglia di gelato. Dice che quest’estate non ne ha mangiato punto e si lamenta con Aldo che l’ascolta scocciato. Affermazioni da prendere con le pinze, come quando i coniugi Somigli dicono che il lunedì, col ristorante chiuso, non mangiano niente. E quel niente sta a significare un po di groviera, due fette di bologna, la scatoletta di sgombri, una cipollina, poi c’era quella mezza faraona avanzata, che mica si poteva buttare via  e poi un pezzettuccio di torrone tenero che s’è preso venerdì alla coop..
Scendo alla casa del popolo del paese a comprare due gelati per i miei genitori denutriti
“C’è nessuno?”
Silenzio. Il bar è deserto. E’ sparito anche il barista
“C’è nessuno al bar?”
“Come dice?”
Sobbalzo. C’è un vecchino seduto dietro alla colonna che legge il giornale. “come dice signorina?”
“Al bar c’è qualcuno?”  Alzo la voce per farmi intendere
“C’è Otello”
“Ah.. si ma dov’è?”
“Chi Otello?”
“Ecco si proprio lui cercavo”. Mi guarda zitto, secondo me non ha sentito una parola.
“Che lo vuoi?”
 “Eh si in effetti se ci fosse..” sbaglio o un attimo fa mi dava del lei?
“E l’è di là a fa’ la partita a tre sette. Affacciati e chiamalo perché l’è sordo come una campana”
Pure lui alé! Mi affaccio, il quartetto di giocatori è seduto su sedie di plastica arancione “cala mattoni vai, tanto un l’hanno più i regio”
Chi sarà Otello dei quattro? Non ha importanza, uno di loro si accorge di me mentre faccio capolino dalla porta
“Otello e cercano te! La signorina che vorrà quarcosa..vai vai”
“si volevo prendere due gelati” e mi sento anche in colpa a interrompere la sua partitina per due cornetti
“due? Gli garba il gelato alla signorina eh?”
“no, è per i miei genitori “ mi affretto a replicare
Rientriamo nel bar e il vecchino seduto a leggere il giornale dice la sua su Otello: “ovvia eccolo, bisogna sempre chiamallo. O quando va alle carte, o quando s’affaccia alle bocce..”
Tira aria di tempesta. Il vecchino pare incazzato con Otello che si affretta a rispondere: “Arduino lo vuoi anche te il gelato? Almeno tu ti cheti chiacchierone”
Apre il frigorifero e ci si piega dentro frugando tra le scatole di cartone per cercare i cornetti.
“quello Bigusto un c’è mi dispiace”. Scorro sul listino colorato, e opto per quello al cioccolato. Otello si rituffa dentro a razzolare tra i gelati. Poi solleva un cartone per cercarne altri tipi che stanno sotto, ma non li trova, “chissà indò l’hanno messi” e blatera qualcosa che assomiglia a un moccolo. Ma non ne sono certa, ormai è entrato nel frigo anche con la testa. “La senta manca anche quello alla cioccolata, però la guardi, c’e questo all’amarena l’è bono”
“Altrimenti?” Chiedo
“sennò c’è la coppa vaniglia e caffè, il biscotto e il diacciolo alla menta”, più qualche altro che si dimentica di dire.
“senta faccia lei, io mi fido e me ne dia 4 anziché 2, assortiti”
Otello come investito da una grande responsabilità si mette a cercare e scegliere i gelati migliori, poi le palette e la bustina di plastica. Mi porge il tutto e mi ringrazia indicandomi la vetrina del banco con i bomboloni e i cenci fatti dalle signore del paese e mi congeda con “e la dica a Aldo che un venga a cercare il gelato a ottobre!”

“sono anziani Otello, ci vuol pazienza” . E deperiti da carenza di gelato.

domenica 27 settembre 2015

SENZA FILTRI E SENZA MEMORIA

Alle degustazioni vinicole in giro per Firenze ci si ritrova sempre tutti: amici, conoscenti, colleghi. Poi capita di incontrare anche quelle persone che sei sicuro di aver già visto da qualche parte, ma non ti ricordi né dove, né quando, né perché. Il che fa presumere che li hai conosciuti durante una degustazione di spiriti, più plausibile, verso la fine della stessa.
"ciao cara come stai?"
"ehi ciao bene e tu?" sorrido, sguardo interrogativo, mentre cerco di ricordare chi sia costui. Eppure l'ho già visto da qualche parte, ne sono certa, ma proprio non mi sovvengo di chi sia..
"Anche tu qui?" proseguo (evvai con la prima domanda intelligente)
"Tu che dici?" risponde secco
Incasso la prima figura di merda, e balbetto: "be in effetti.." E cerco disperatamente di incrociare lo sguardo della mia amica con gesti di soppiatto, affinché mi dia indizi sull'identità di questo presunto mio conoscente.  
Ma lei niente, parla e parla, di vino, di etichette, di profumi: ci sente la ciliegia piuttosto che la marasca, ma anche la fragolina di bosco, e poi ribes anzi no cassis
"Eh eh e poi? e che è una macedonia?" sbotto io con poca delicatezza, dilaniata dal dubbio atroce sulle generalità del mio interlocutore.. e lei invece si preoccupa del cassis
"Sabri che ti prende?" -mi guarda, poi si rivolge a Lui- "scusala ha il bicchiere vuoto, credo sia stizzita per quello.."
Ridono, per fortuna, e non sembrano affatto accorgersi dei dubbi che mi tormentano
"Ah l'ho letto eh?" mi rivela lui entusiasta
Eh? cosa? letto cosa? oddio forse parla del mio blog..ma no figurati quello non lo legge nessuno, e allora?
"Davvero lo hai letto?" fingo in maniera inverosimile
"Perchè tu cosa ci faresti con il tuo libro? Se non se lo fila nemmeno l'autrice, andiamo di nulla.."
Perfetto vai con la seconda figura di merda. Di sicuro penserà che sono un'ubriacona bruciata nelle barbe, che ride demente come Barbie versione collection Principessa di Lilliput.
Ma si, ora glielo chiedo chi è, tanto ormai la mia immagine è a pezzi, sbriciolata, una figura in più che vuoi che cambi. 
"senti signor C perchè non ci accompagni ad assaggiare il pinot nero?" la mia amica lo chiama per nome e cognome e lo afferra per un braccio tirandolo verso il tavolo dove espone Hoffstatter
"Signor C, ecco chi sei!". E mi sento sollevata, come quando ti viene in mente quella parola a cui pensi da ore. Ma il sollievo dura poco perchè quella esclamazione mi è uscita a voce alta, così a bocca aperta e cervello switch off.
"Caspita sei senza filtri!" esclama mr C "Mentre leggevo il tuo libro pensavo che avessi parecchia immaginazione, e invece sei proprio tal quale, no filter a amen"
sorrido anche se ho il sospetto che non si tratti di un gran complimento. 
poi aggiunge "visto che sei pure mancante di memoria, ti rammento che ci siamo conosciuti a una degustazione di vini, verso la fine"
Ecco tutto torna. A parte il fatto che di quella degustazione non mi sono ancora rammentata.

lunedì 21 settembre 2015

DEGUSTAZIONE TRASVERSALE

Ci sono degustazioni orizzontali, ci sono le verticali e poi ci sono le degustazioni trasversali, quelle che superano ogni bandiera, logo o associazione. Ci si iscrive per il piacere di esserci, perchè il relatore è un amico bravo ed appassionato e perchè Lamole è un bel posto. Tutto questo da luogo alla trasversalità di una FISavola e un FISARiano che si danno appuntamento alla degustazione tutta chiantigiana (a parte il nome) "Real taste of Tuscany" guidata guidata dall'AISpratese Pietro Palma.


"Senti va bene se mi metto la maglia viola? dopo devo andare allo stadio"
"O Gesù, ma è orribile la maglietta gigliata!"
"Vuoi che mi metta un abito di rappresentanza?"
"Conoscendoti metteresti la camicia con Pippo Pluto e Paperino. No vai per la maglia della Fiorentina e speriamo che non porti iella.."
"Ma dai lo faccio per te! Mi vesto da ultrà per darti spunti di scrittura. La categoria del tifoso non la prendi mai in considerazione nei tuoi racconti"
"E ci sarà un motivo no?"

Nella Casa delle Eccellenze, allestita nei locali dell'ex Tribunale di Firenze, Pietro ci guida con semplicità tra i filari delle vigne abbarbicate tra Lamole, Casole e Castellinuzza. Ci racconta quei terreni sabbiosi, scarsamente fertili e quelle vigne centenarie, talora a piede franco, coltivate ad alberello. Mostra i terrazzamenti realizzati per ottenere piccole lingue di terra coltivabili, le "lamulae" latine da cui si pensa derivi appunto il nome. E quei muretti in pietra, non solo contenitivi, ma che diventano preziosi alleati nella maturazione dell'uva, cedendo ai grappoli più bassi il calore accumulato durante il giorno. 
E mostra scorci di un paesaggio bello e ordinato, in cui domina il verde della vite e dell'olivo interrotto da colture di giaggiolo viola..ma più pallido rispetto alla maglia indossata dal mio amico.
Mi prendo qualche appunto, è più forte di me, io scrivo sempre.
"ecco segna: giaggioli in fiore. Colore viola. Hai scritto?" mi incita
"in effetti è un'informazione di grande utilità, quanto uno spazzaneve a Kinshasa"
prosegue con fare da professorino: "dai l'iris, il sangiovese..i profumi di Lamole" e poi conclude "o Fiorentina di ogni squadra ti vogliam regina"

I vini in degustazione sono molto gradevoli, semplici (si fa per dire), schietti, esili nei profumi freschi, che ti invitano a bere e peggio ancora a ribere :-). Non ci sono eccessi, niente fronzoli, né orpelli. Solo il Chianti Classico di Lamole così com'è: buono.
"Less is more! Isn't it?"  l'amico ultradegustatore o meglio degustatore ultrà sfodera la citazione.. che tra l'altro calza perfettamente per descrivere questi vini
Lo guardo incredula e sorpresa
"Si insomma non leggo solo Stadio la mattina.."

Per la cronaca la fiorentina ha perso la partita clamorosamente, ma l'Ultrà degustatore era ancora ebbro dei profumi di Lamole e ha accusato meno il colpo.


domenica 13 settembre 2015

IO MANGIO ANCHE LA PIZZA SOTTILE

"Ho deciso: io vado per la pizza con le patatine fritte e i wurstel"
"Colonna sonora: Roxy Music" esclamo
e la Marta subito dietro "More than this..there's nothing.." canticchia
"l'estate sta finendo e posso finalmente far esplodere il mio girovita!"
Dico solo che nel menu è indicata come: la pizza dei bambini. A fianco il disegno di un bambino in pannolone che sputa il ciuccio in favore della super pizza.



Il cameriere scrive le comande e ridacchia, poi premuroso ci indica l'angolo della stanza: lì ci sono i seggioloni se ne avete bisogno.
"No no niente seggiolone, per la bambina basta una birra media" e indico l'Aurora
"Sabri tu piuttosto, ci arrivi al tavolo? sennò il seggiolone è libero.."
"Vuoi pure del ketchup sulla pizza, tesorino?" ribatto
"tu piuttosto che pizza prendi?"
Già.. ci saranno almeno 20 tipi di pizza, con gli ingredienti più vari. La pizza è fine, ma di quelle proprio sottili, che il bordo fa scronc.
Prima di convertirmi all'integralismo della pizza napoletana, era la pizza che mangiavo regolarmente. Ed è quella che i miei amici storici continuano a mangiare. Mentre adesso fondamentalista e antipatica storgo il naso alla pizza fine. Poi però, quando mi capita, la mangio tutta crosta compresa.
Perchè la pizza, alta o bassa che sia, è la gioia di stare insieme, di stare a tavola in scioltezza, è l'unica che sa mettere d'accordo tutti,  uomini e donne, grandi e piccini, tolleranti e ortodossi, tifosi e non. Perciò dopo la pizza per infanti dell'Aurora tocca a me ordinare. Ed è una quattro stagioni. Le leggo tutte, ma scelgo sempre lei: carciofino sottolio con finale acetoso, lo champignon un po' annerito, il prosciutto cotto, forse qualche polifosfato e soprattutto quelle olive nere denocciolate e prive di sapore che si trovano solo sulla pizza vivaldiana.
E' lontana anni luce dalle four seasons griffate ed esotiche, ma è buona lo stesso, perchè come stasera, è la compagnia che fa buono un piatto. E così sia, sempre. Quasi sempre.
Lo ammetto un po' di olive le ho scansate..

martedì 8 settembre 2015

APPETITI ESTREMI: CRONACA DELLA PRIMA


Sabato a Cookstock io e Stefania Pianigiani abbiamo presentato il librino Appetiti Estremi. Ecco la cronaca del debutto. Grazie a Aldo Fiordelli che flemmatico e posato ci ha aiutato a gestire il panico massimo mai registrato.

Uffa ma dove si è cacciata?
E' tutta la mattina che provo invano a chiamare la enogastrogiardiniera (alias Stefania). Le penso tutte: si è sentita male, ha avuto un incidente, è scappata insieme all'editor col bottino (500 librini freschi di stampa). Mancano poche ore alla presentazione. E nel mentre cerco di darmi lo smalto alle unghie. L'ho scelto rosso come la copertina del libro. Che donna! solo che mi tremano le mani dall'emozione perciò l'operazione si rivela piuttosto lunga e complessa. Lo smalto frisée non mi piace..
Finalmente mi chiama; dice che è stata dal parrucchiere per trucco e parrucco. E mi auguro per lei, pure la manicure.. vista la mia performance
"sabri come va?"
" c'ho l'ansia, faccio pipì ogni 10 minuti, nemmeno la mi nonna col Lasix!"
"stai calma andrà tutto bene.."
" e se mi impappino nella piazza del comune di Pontassieve? cavolo è il mio paese, lì mi conoscono tutti.. se ci faccio una figura cacina poi mi portano per bocca per giorni.."
"ma lo sai la figliola di Aldino, l'ho vista sul palcoscenico in piazza alla festa.."
"icche' cantava?"
"macché cantare Mirella, un lo so che spettacolo c'era.."

Arriva il momento fatidico. Saliamo sul palco, i ragazzi di Cavolo a Merenda hanno preparato per noi una panca di legno. Mi piace, è spartano, anzi estremo come il nostro librino.




Ci sono tutti i nostri amici e familiari, c'è la Barbara, c'è Marco, Samuele, Daniela, Lorenzo, Franco, Simone, Stefano e consorte, l'Annina e Sandro, Pietro e Clizia.
C'è pure mio fratello che si vanta di non leggere un libro dal '99 ed era "Il mio 10 per Firenze", una sorta di biografia di Rui Costa. Ma c'è, e alla fine poco mi importa se mai lo leggerà questo librino.
E c'è anche Andrea Pagliantini, che, evento più unico che raro è sortito dalla provincia di Siena. In realtà sperava di incontrare la suocera di Renzi per chiedergli la ricetta del bardiccio con i' cecino rosa. Pazienza, forse avrà incontrato Batistuta sul Ponte Mediceo.
C'è Viola, Marco e la Marzia, Antonietta, i Pianigians da Gaiole, la Lisetta e Aldo, tutti. 
Li guardo e mi passa d'un tratto ogni agitazione.

giovedì 3 settembre 2015

"APPETITI ESTREMI": IL LIBRINO.

Sottotitolo: Vi aspettiamo a cookstock sabato 5 settembre alle 17.30 a Pontassieve, piazza Vittorio Emanuele II per la presentazione, la prima, e già mi prende l'ansia dall'emozione. E chi non c'è è inappetente.

Succedeva più o meno un anno fa ed era un martello continuo. Quando la enogastrogiardiniera (non vi spaventate, non morde) Stefania Pianigiani decide, non c'è verso di tenerle testa.

le autrici testa a testa

Lei: "secondo me dovresti farci un libro"
io: "si vabbé"
qualche tempo dopo: "Sabri secondo me li dovresti pubblicare i raccontini del blog"
Aridaje
e poi ancora: "allora Sabri lo scrivi o no questo libro?"
ho guardato Stefania con aria di sfida: "bene se lo scrivi con me, ci sto"
E per fortuna ha accettato.
Ne è uscito non un libro ma "il librino" con 12 racconti distribuiti dalla colazione alla cena, passando per la merenda e l'aperitivo. Del resto l'appetito non conosce orario. Quando arriva, arriva e non fa differenza se sei in macchina diretta a Sant'Anna in Camprena o se stai scaldando il divano nella casetta a Vallombrosa. E quella fame d'amore, di cose da fare, di posti da vedere, di cibi da mangiare è stata la forza propulsiva di questo librino dedicato all'amicizia. Quella tra me e Stefania e quella che ci lega ai nostri amici più cari, ignari protagonisti delle storie narrate, tra finzione e parecchia realtà. E anche l'amicizia con Rakele Tondini, la persona più dolce mai incontrata finora, che ha deciso di accompagnarci in questo giro godereccio della Toscana con i suoi disegni teneri e essenziali.
"Ragazze la punteggiatura!"
"Ma qui manca il finale". 
O anche il fatidico: "questo personaggio dovete caratterizzarlo di più!"
Bene vi presento gli editori: Massimo Pianigiani, Alessandro Bartoletti e Filippo Guidarelli di Ara Edizioni, rispettivamente: l'editor, editor supremo e editor defilato, che ci hanno sfiancato con le correzioni e che ringraziamo per la fiducia che ci hanno accordato.
Le biografie altamente sconclusionate, ma mai antaniste, delle autrici, sono state scritte dal poeta vertinese Andrea Pagliantini.
La prefazione al librino, perfetta, e che m'ha fatto scoppiare in lacrime quando l'ho letta la prima volta, è di Aldo Fiordelli, per noi quel Fior D'Aldo d'un critico.
Ringrazio di cuore Marco Stabile chef stellato e presidente dei JRE Italia, Paolo Gori della storica trattoria Da Burde, Giovanni Santarpia ovvero il pizzaiolo più bravo che ci sia, Simone Municchi della gelateria L'Antica Delizia e la famiglia Pallai del K2 di Abbadia San Salvatore, per le loro preziose ricette.

Noi a scriverlo ci siamo divertite, speriamo che nel leggerlo qualche risata scappi pure a voi. Guardate la foto sotto e immaginate..
autrici disperate

lunedì 24 agosto 2015

GIUSTO UN PAIO DI SUGGERIMENTI PER FAR ARRABBIARE IL RISTORATORE


Ero tentata anche io di stilare la mia classifica delle 10 cose più, i 5 modi per , i 7 indirizzi migliori e altre superclassifica show del caso, poi mi sono limitata a giusto un paio di cose

Quante sono le proposte che avete in carta? Più o meno 18 distribuite uniformemente tra antipasti, primi piatti e secondi? E allora ci sarà sempre quel tavolo che ve le ordinerà tutte.
“Ma che diamine sono in 6, possibile che a nessuno piaccia la stessa cosa?”
“ Perché, è forse possibile sperare nell’onda perfetta a Pinarella di Cervia?”
Ok ho capito.
Per prima cosa ristoratore affacciati in sala e verifica che al tavolo non sia seduto un critico gastronomico. In  tal caso fattene una ragione, del resto è il suo lavoro assaggiare più cose, torna in cucina e cerca di contattare il Signore prima che puoi, che te la mandi buona!
ma se palesemente a quel tavolo non v’è ombra di critico, c’è odore di clienti in cerca di pizzoccheri nel Salento, e di almeno 20 utensili diversi da lavare.

Capita alcune sere che certe pietanze non vengano ordinate. O almeno fino a che non si siede l’ultimo tavolo. Tranquillo che questi te le chiederanno tutte. E’ matematico. E se ti era rimasta un’ultima padella pulita, se non avevi utilizzato il robot, o se il cestello del vapore era rimasto giacente nell’armadio.. nell’ultima mezzora di lavoro non lo saranno più. E ti toccherà pulire l’affettatrice anche stasera perché l’ultimo cliente ti ordinerà l’unico il tagliere di salumi della giornata.
A seguire la massima di Aldino: “gli ultimi un ci vorrebbero mai!” . E ogni tanto mi tocca dargli pure ragione.


Ah dimenticavo: le mezze porzioni..

giovedì 20 agosto 2015

VOGLIO FARE IL CAMERIERE

Guai a chi crede che il cameriere sia solo un servitore, portapiatti e sparecchiatore. Il cameriere è un professionista che nel suo quotidiano esercizio per apprendere l'arte del servizio, acquisisce esperienza anche in altri campi che vanno dalla psicologia, all'antropologia alla filosofia zen.
Questo è il primo di un ciclo di post in cui si intende dimostrare quanto sopra affermato.

un giovedì sera.

Un tavolo per due. I signori hanno riservato da qualche giorno. Accanto al nome compare la nota: richiesta di tavolo in angolo. I casi sono due: o sono in amore o si nascondono. Sempre più di frequente sono entrambe le cose insieme. E qui sono due anche i risvolti possibili: se sono in amore e si nascondono, se ne andranno presto, perché hanno poco tempo a disposizione, se sono in amore e basta non se ne andranno mai da quel tavolo, neanche quando tutte le luci saranno spente e il cameriere inizierà a togliere anche i bicchieri dal loro tavolo.
In genere il cameriere preferisce la prima tipologia, evidentemente non solo per motivi di empatia.
Nozioni di Antropologia, nell'accezione studio dei modelli e classificazioni sociali.
Nota: a volte il tavolo in angolo viene destinato a clienti che hanno il cane, ma in quel caso non chiedono il tavolo appartato, dicono semplicemente: "abbiamo un cane". 

I due si presentano, sono molto eleganti, troppo eleganti per una cena in trattoria. Probabilmente si frequentano da poco. Mi riferisco a quel tipo di eleganza che dopo i primi appuntamenti , adottiamo solo per i matrimoni di amici o famigliari. Spesso sono proprio gli stessi vestiti riciclati con cambio di accessorio. Lui legge a lungo la carta dei vini e ordina il vino più costoso. Non c'è dubbio sono i primi approcci.
Nozioni di Psicologia: la scienza che studia il comportamento umano in relazione all'ambiente e alle situazioni

Porto il vino in tavola, segue rito del mostrare la bottiglia, apertura e assaggio da parte di chi l'ha ordinata. Faccio per versare il vino nel bicchiere di lui nell'attesa dell'ok e lui mi ferma e mi guarda come irritato: "prima le signore" . Quasi quasi mi dà anche della cafona.
Nozioni di Filosofia zen. O meglio "Arte della manutenzione dell'autocontrollo". Non tirare la bottiglia in testa al cliente. Girare la situazione e sorridere: "ah mi scusi è la signora che assaggia!?!" e mi fingo sorpresa.
In realtà è lui che assaggia, ma non fa differenza. L'importante era non dare l'impressione di scarsa professionalità e non far apparire lui ignorante. Questi afferra, anzi abbraccia il bicchiere con la sua bella mano munita di fede. Ad oggi e in mia presenza, In Fede: infedele.

L'analisi fatta a priori non era poi così lontana dal vero. A quale dei due casi di cui sopra mi riferisco?

lunedì 17 agosto 2015

FERRAGOSTO, CLIENTE MIO NON TI CONOSCO


Ecco una collection delle uscite più naif tra i tavoli, in questa settimana di mezza estate.

NUOVE DENOMINAZIONI
1. i clienti dall'accento romano:
"ma si, ci prendiamo un bel Montepulciano, che ne dici Paolo?"
" oh si Montepulciano perfetto"
"bene preferite il nobile o il rosso?" chiedo
"ma no, non importa, va bene quello normale"
"Samuele, -mi rivolgo al mio collega,- abbiamo ancora del Montepulciano normale per i signori?"
"temo che sia finito- ribatte lui- nel caso possiamo portare loro la versione rosso 2013, se per i signori va bene.."
Cameriere vispo, cliente felice.

LA SIGNORA DISTRATTA
2. "signora mi scusi?" la cliente mi chiama con fare concitato
le ho appena portato il caffé e lei lo ha inavvertitamente rovesciato sulla tovaglia
"Non si preoccupi, succede, glielo ripreparo subito" e nel frattempo stendo una tovaglia pulita sulla macchia.
Riporto il caffè, la signora mi ringrazia gesticolando e urta la seconda tazzina di caffè col gomito che si rovescia sulla tovaglia pulita. Mi  gratto la tempia e poi più su quasi alla testa. E' il gesto di chi non sa che pesci prendere e mi esce spontaneo, così. Ci guardiamo imbarazzate poi: " Signora il terzo ce lo giochiamo al bar?" E mi esce una risata liberatoria. Mi ha lasciato la mancia.

UN PEZZO DI CULTURA GASTRONOMICA
3. leggendo la carta dei dolci il cliente mi domanda sorpreso: "Salame al cioccolato?"
Trasecolo. Quest'uomo non ha mai sentito parlare del salame al cioccolato. O madre indegna che privasti il figlio tuo del sapore semplice e perfetto del salamino con la marie! Non è il dolce dei bambini pensato per le mamme impedite ai fornelli, è una pietra miliare della nostra cultura gastronomica. Insisto e glielo offro, ma il signore non sembra particolarmente colpito dalla bontà fanciullesca del salamino. 
E' come pretendere l'emozione salendo per la prima volta sullo scivolo a 40 anni.

MEGLIO PERDERLI CHE TROVARCI
4. sera della vigilia di ferragosto. Ristorante completo. Chiamano due clienti, vogliono assolutamente cenare da noi. Purtroppo siamo pieni e con alcuni tavoli in coda. Insistono e sono disposti ad aspettare fino a dopo le dieci. Partono da Firenze e mi chiedono indicazioni stradali dettagliate. Poi mi richiamano circa un'ora dopo dicendomi che hanno appena imboccato la via Aretina e vogliono essere rassicurati sulla direzione. Richiamano verso le dieci dicendomi che sono al cartello che indica Doccia: è fatta 500 m e ci siete. Seguite la strada principale, all'incrocio sulla vostra sinistra c'è il parcheggio e davanti ci siamo noi, potete vedere l'insegna "trattoria" in giallo e blu e il giardino con i tavoli.
Non sono mai arrivati e non hanno più richiamato.
Credo sia stato meglio così..almeno per noi.

giovedì 13 agosto 2015

PARMIGIANO REGGIANO E PORNHUB: IN COMUNE SOLO LA P. che peccato!

PornHub lancia il suo servizio premium a pagamento con questo spot 
in cui marito e moglie fanno la spesa al supermercato e lui pesca un pezzo di formaggio e dice a lei: Parmigiano Reggiano questo è il PornHub Premium dei formaggi!
Una volta tanto che lo chiamano col suo vero nome..
Ma il Consorzio del Parmigiano Reggiano non ci sta, e minaccia di sporgere denuncia per l’uso sgradevole, inaccettabile e offensivo per i produttori della denominazione.
Addio video, fu subito censura.

Immaginiamo la prosecuzione del dialogo tra i due:
“Ehi honey, -fa lei a lui- mettilo nel carrello quel Parmigiano Reggiano”. Ancora scandito bene, lettera per lettera. E ammiccando lo sguardo 
“stasera te lo gratto..sui maccheroni!”

Un vero peccato, sarebbe stato lo spot dell’estate.
E sai che serate premium! magari con meno parmesan e più parmigiano vero.

Poi c'è stato subito chi ha scritto che PornHub è meglio del parmigiano.
:-)

domenica 9 agosto 2015

L'AMICO CHE NON C'E'

“Oddio non sarà mica quello?” L’Aurora indica un tipo appena sceso da un macchinone fuori misura, capelli ingialliti che gli arrivano fino alla spalla e baffo con le extension.
“Dai nascondiamoci in questo portone, se fosse lui io mi fingo malata, colpita da un attacco di panico”. Il tipo per fortuna entra in un negozio, per questa volta l’abbiamo scampata.
“Ehi ecco Fabio!” Hai capito il dottore, guarda che macchina..
“Dai saltate su si va a cena”
“Non aspettiamo il tuo amico?”
(..)
“Non viene? Come non viene?”
“Ha avuto un contrattempo sul lavoro, dice che ci raggiunge più tardi..”
“Si buonanotte”
Ci schiantiamo a ridere. L’Aurora non si capacita, sembra che abbiamo la calamita per attrarre gli sfigati; “Ahaha Sabri questa ci mancava! L’amico di Fabio ci propone il posto per cenare fuori, fissa l’orario e prenota pure il tavolo, poi non si presenta. Roba troppo avanti anche per il diario di Bridget Jones”
La serata a tre in realtà è molto divertente e la formula tapas  di questo nuovo locale del centro fiorentino ha il suo perché. E’ poco impegnativa, leggera anche per il portafoglio e molto adatta a questa serata agostana da oltre 30 gradi all’imbrunire. Fa molto Andalusia. Per la temperatura  intendo…per il resto molto meno purtroppo.
Il dottore è in forma smagliante stasera, forse sente che deve fare per due, vista l’assenza di quella volpe del suo amico e entra il loop con le tapas. “Sapete l’origine del nome?”
“Tapa perché è piccola?” abbozzo io con un sorrisino e tanta autoironia
“No quella è una tapina casomai” ride e mi strizza l’occhio.
Alla prossima battuta così gli tiro un destro
“Tapa perché nelle osterie andaluse si usava tappare il bicchiere con un piattino o addirittura col pane per evitare che ci infilassero le mosche. Poi il piatto anziché vuoto ha iniziato a riempirsi di queso manchego, salpicon de mariscos, hamon, tortillas, ensalada di pimiento..”
Eh si vorrei affacciarmi e vedere Gibilterra piuttosto che un vicolo torrido del centro di Firenze
L’offerta dei vini al bicchiere del locale potrebbe essere migliorata e di sicuro lo sarà, diamogli tempo
 “paragonato a quello che ci bevono gli spagnoli con le tapas, questo pinot grigio è pure troppo, un altro giro?”
E ti pareva non c’ è mai nessuno che dica no e giù ribevi e ritapas
“Noo il tinto de verano, me ne ero completamente dimenticata!!” è quel miscuglio di vino rosso gazzosa e limone che amano gli spagnoli. “Eppure ne ho bevuto a litri quando facevo la tesi di laurea a Almeria!!”
“La paura!!” esclama l’Aurora “ma perché non provano a togliere la gazzosa e metterci del martini che so, o del gin..tanto il loro obiettivo è ubriacarsi, così fanno prima”    
Il dottore messaggia l’amico
“Bè allora che fa, ci raggiunge o no?”
“dice che si è un po’ attardato”
“ma che attardato, il tuo amico è proprio ritardato” è il commento inappellabile dell’Aurora.

Mai stata più d’accordo con lei.