L'amore nelle sue mille espressioni sedute al tavolo.
Che non vi venga in mente di pensare che questo posto fa buca, perché la trattoria sta in cima a un cocuzzolo. Questo il mio san Valentino:
al tavolo da 6 le signore coi mariti sfoggiano pellicce. In tutto ordinano un quarto di litro di vino della casa, non basta neanche per avvinare tutti e sei i bicchieri.Mi viene già l'orticaria. Vanno con le ordinazioni: vorrei delle tagliatelle, ma proprio due fili, per me i ravioli ma un paio di numero, per assaggiare, e giù così fino al dolce: guardi appena una fettina, una strisciolina. Però richiedono il pane almeno due volte. Siccome sono convinta che non si possa andare in giro a fare ste figure, in questo caso ho applicato l’odiosa formula da piè di pagina di certi menu: “le mezze porzioni si pagano per intero”. E non mi sono vergognata neanche un po'.
Una coppia sulla sessantina, si avvicina all’uscita per pagare. Mentro digito i tasti sulla cassa vedo che lui l’abbraccia e le bacia i capelli dicendole”bocciolo di rosa”. Lei imbarazzata e forse poco avvezza ai di lui complimenti, mi guarda e le scappa un “o come ll’è grullo!”. Romanticismo chi era costui? D’accordo si è manifestato goffo, ma conta il pensiero, Almeno così si dice.
Per questa sera di San Valentino abbiamo anche un tavolo da tre. Un uomo e due dame. Altro che figura del salame..E’ pur vero che Valentino è un giorno come un altro, ma secondo me sono stati l’argomento di conversazione di molti dei commensali ieri sera.
E poi ci sono anche loro due, innamorati, sguardi persi uno nell’altra, i fiori fatti trovare sul tavolo. Quadretto alla Negretti, appena appena stucchevole, in barba a tutti quelli che “No, San Valentino no grazie” oppure “io quel giorno non esco” e altre minchiate simili.
Ogni giorno è buono, ogni occasione è valida per ricordarlo e celebrarlo questo sfottuto amore latitante. Anche nelle maniere originali di cui sopra.
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