Ma finisco sempre per andarci. Mi sembra la spesa più veloce e c’è il parcheggio. Ma questo non rende certo l’esperienza più agevole, almeno per me.
Prima
di tutto la lista della spesa: al supermercato diventa necessaria, non si va
senza il foglietto di “cosa manca in casa”, appeso con la calamita al
frigorifero e compilato metodicamente mano a mano che le cose finiscono. Mentre
ad andare per negozi la lista è quasi inutile: se devo andare dal fornaio so
che devo comprare il pane, se mi devo fermare dal macellaio non ho bisogno di
scrivere nella lista: carne. Siccome io sto alla metodica quanto uno stitico sta
alla regolarità intestinale, la lista la compilo all’ultimo momento, prima di
uscire di casa, alla rinfusa tipo: latte, cavolo, shampoo, biscotti, detersivo,
pesche, calamari e così via. Questo mi costringe a scorrazzare su e giù per le
corsie, su e giù dalla scala mobile e talvolta ripasso dal via anche tre volte.
Succede molto spesso che dimentichi la lista sul tavolo di casa, dopo aver
infilato in borsa le chiavi..
Vabbé
questi son dettagli
La
questione frutta e verdura all’ingresso e detersivi, turbine idroelettriche e
incudini di ferro a fine giro, che serve a fare marmellate e puré direttamente nel
carrello, forse incentiva l’acquisto di barattoli in vetro o maxi rotoli di scottex,
non mi pongo più la questione. Però a me già mi indispone fin dall’inizio,
perciò non può che peggiorare.
Ma
il mio vero cruccio è l’altezza degli scaffali: esagerata per quella fetta di
popolazione che come me raggiunge a stento il metro e mezzo. E poi si dà il
caso che i prodotti che mi interessano stanno sempre in cima e mi tocca
chiedere a qualcuno che passa per di lì “scusi mi potrebbe prendere quello
shampoo, sa io non ci arrivo”.
Meno
male che gli assorbenti stanno ai ripiani più bassi..
Un altro piccolo problemino mio è col carrello. Siccome non mi piace stare nel supermercato, cerco di fare più veloce che posso, pensando ogni volta di essere esageratamente più furba degli altri. Quindi lascio il carrello da una parte, che io considero strategica, pensando “qui lo ritrovo facilmente” e mi muovo come una saetta tra un reparto e l’altro, per poi vagare per minuti confusa perché non ricordo dove ho parcheggiato il carrello.
Da un po’ di tempo ho notato che sono sparite -o quasi- le comunicazioni di servizio sparate dagli altoparlanti. Vi ricordate?
-Stornooo alla cassa cinquueeee-
Oppure
-Un
addetto è desiderato al reparto latticiniii con la massima urgenzaaaa-
pronunciate con
quella nenia unica e distintiva da supermercato, che a me ricordava
tremendamente l’intonazione del “rabbrividiamoooo” di Natolia negli sketch dei Mimi
di Bratislava con Aldo Giovanni e Giacomo. Peccato, quelle comunicazioni erano
la cosa più divertente della spesa, che a tratti somigliava a una puntata di Mai
dire Gol.
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