"Si dice ristorante turistico il luogo in cui mangi male e per definizione ti tirano le cannate al momento del conto". Si dice.
ok può darsi che sia così, ma se da fiorentino non ci sono mai entrato in un locale del genere, come faccio a dirlo? e soprattutto da cosa si capisce restando all'esterno che quello è un locale acchiappaturisti?Sicuramente l'ubicazione. Se sei in pieno centro, e né tu, né i tuoi amici avete mai sentito parlare di quel posto e neppure quella manciata di giornalisti del settore ne ha mai scritto una riga, beh un'ideuccia da fiorentino te la fai alla svelta.
L'altra cosa è il menu: di regola è esposto fuori, quindi si può leggere prima di entrare. Se il menu comprende tutti i classici della cucina italiana da Aosta a Canicattì e coesistono per tutto l'anno le lasagne col prosciutto e melone, le fragole col maraschino a febbraio, i ravioli in salsa di noci, il ragù alla bolognese e la vera pizza napoletana col il risotto alla milanese e via giù manco fosse l'indice dell'Artusi, beh da fiorentino rodato un pensierino al menu turistico è quasi d'obbligo
Una cosa alla quale però non avevo mai pensato è l'arredamento. Fino a un paio di settimane fa.. Ovvero fino a che non ci ho messo piede dentro.
Viuzze del centro, menu iperbolico regolarmente esposto. Entro. Il gioco della serata è fare la turista nella mia città.
Il locale è
arredato a metà tra la casa di Hansel e Gretel, il ventre della
balena di Pinocchio e un negozio di cianfrusaglie d’antiquariato. Non manca
proprio niente: ci sono tutti i cliché italiani. C’è il vicolo di
Napoli coi panni stesi, le collane di agli e peperoncini, i burattini
di legno stile collodi. Ci sono perfino i camerieri in maglietta a righe bianche e rosse con il berretto da gondoliere. L'Italia in miniatura tarocca a bestia.
Dal soffitto pende
una moltitudine di lampadari di ogni genere e gusto. Completano gli
arredi kitsch rigogliose piante di plastica con fiori finti dai
colori sgargianti che ricordano le bouganville delle città di mare del sud
Una cosa sulla quale non avevo mai riflettuto è che, l’effetto della
presenza di molti oggetti kitsch in uno stesso luogo, non è una somma degli stessi con
risultato kitchissimo. Al contrario la presenza del multikitsch ha
l’effetto di annullo, più cose pacchiane messe insieme abbattano il cattivo gusto generale dell'ambiente, che alla fine risulta accettabile. Perfino
simpatico.
Mi chiedo: c'è veramente bisogno di tutto questo per colpire l'immaginario del turista? Forse si; di sicuro è quello che pensano gli irlandesi che entrano in un irish pub italiano, pieno di fronzoli e simboli tarocchi della patria di san patrizio. Ma a noi piace, lo vogliamo così, finto, e tappezzato di shamrock
Mi siedo su una
poltroncina di legno e velluto, corredata di braccioli imbottiti.
Purtroppo avverto subito che una molla del cuscino è partita, il che
mi rende la seduta un po scomoda per tutta la sera. Non dico niente
però, non voglio passare per la principessa sul pisello. Per cui
ogni tanto cambio posizione, il più del tempo sto seduta in punta di
sedia, nemmeno fossi in preda a un attacco di emorroidi.
E' la giusta punizione mi dico.
Poi in verità la cena non è stata così terribile e il conto ragionevole. Il che contraddice il postulato iniziale.
Ciao Sabrina,
RispondiEliminaogni tanto ti ricordi del tuo blog.....
Il ristorante di cui parli non mi torna nuovo!
Eri dalle parti di Santo Spirito?
(O' m..........)
Patrizio
eeeeehhh ... quanti fichi ... !!!
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