Ci sono vini di cui ignoro l'esistenza,
altri di cui la ignoravo fino a ieri. Poi arriva un amico che
attraversa la grande pianura, valica l'Appennino per farsi una
fiorentina, la bistecca intendo, sale sull'ebbro colle e mi omaggia
di un cartone di vini vari della sua regione.
È un bel toso veneto il mio
amico..
et voilà mi parte il sorrisino di
sufficienza da bevitrice di vino dell'ultima ora, snob come non mai,
al pensiero di quei vini veneti. E già mi sto sul culo da sola.
Astenersi da commenti.
In realtà sono vini particolari
ottenuti da uve a me sconosciute, e tac, l'antipatico atteggiamento di
sufficienza scompare, spazzato via da un sorriso grande quanto
l'arcata dentale. A volte so essere proprio stronza.
Il primo cui tocca il sacrificio è una
nascetta, SE 2012 di Poderi Cellario.
Cerco notizie on line su uva nascetta e
mi viene in soccorso Andrea Scanzi. Ci vorrebbe uno Scanzi in ogni
famiglia, solo quello che parla di vino però, che dalla politica mi
voglio disintossicare. M'ha fatto più male al fegato quella che
tutti i Southern Comfort bevuti in giovane età. Perchè il Southern?
Il primo approccio col distillato ha da essere dolce..
Leggo di vitigno autoctono langarolo,
semiaromatico, nativo del Comune di Novello. Uva che grazie
all’impegno ed alla dedizione di alcuni produttori, è stata
riscoperta e con sforzo è riuscita ad ottenere il riconoscimento a
DOC Langhe Nascetta.
Avverto un brivido all'idea del mio
palato vergine al gusto della nascetta. Tutto questo mi provoca un
forte piacere, quasi una vertigine. E alla fine il pensiero mi fa palpitare più
del gusto del vino in se stesso. Perché in sostanza, se mi è permesso dirlo
“questo vino non mi è piaciuto”. Avrei potuto anche utilizzare
l'espressione più fashion “questo vino non è nelle mie corde”,
ma alla fine sta a significare né più né meno: non mi piace.
Anche se mi piace molto il progetto, e in genere, lo sforzo che certi
produttori compiono per il recupero di vitigni che rischiano di
sparire.
Più o meno la stessa cosa che mi è
successa col Pugnitello toscano. Bello tutto ma questione di feeling ..e io non ne ho.
Eppure c'è chi paragona la nascetta ai grandi vini del Reno per longevità. Tra il Reno e SE 2012 c'è di mezzo l'acidità, che nel bicchiere scarseggia, per cui mi è risultato un vino un po' stancante.
Mi riservo di assaggiare ancora le nascetta di Rivetto e di Elvio Cogno, tanto lodate da Ziliani per misurare le mie impressioni.
Eppure c'è chi paragona la nascetta ai grandi vini del Reno per longevità. Tra il Reno e SE 2012 c'è di mezzo l'acidità, che nel bicchiere scarseggia, per cui mi è risultato un vino un po' stancante.
Mi riservo di assaggiare ancora le nascetta di Rivetto e di Elvio Cogno, tanto lodate da Ziliani per misurare le mie impressioni.
Nessun commento:
Posta un commento