lunedì 15 settembre 2014

DOMENICA DI SETTEMBRE

Nel campo di olivi leggermente in pendenza la tavola è imbandita. C'è il buon vecchio crostino coi fegatini, ci sono i fichi verdini avvolti da uno scialle di salame, il pecorino burroso delle crete senesi e il vassoio ancora vuoto che attende la rosticciana e le salsicce da cuocere sull'altare della brace. Pane sciocco e una pentola di fagioli zolfini lessati con aglio e salvia, da condire con l'olio buono del Campino del Paiolo
Il cane gironzola tra gli alberi con la sua palla in bocca, poi si acquatta all'ombra del tavolo. Aspetta paziente  che cada qualcosa, sebbene le bocche agguerrite del dottore, di Gino e della miss BB non facciano ben sperare.
Il quadretto bucolico è a tratti interrotto dall'eterna lotta coi tafani, bestie immonde e di rara utilità, cui oggi si aggiungono eserciti di formiche ricciaculo, quelle col capo rosso che arricciano il didietro e mordono fetenti braccia e polpacci.
Arriva l'eco di qualche moccolo sussurrato contro la brace d'olivo ammollata dai temporali di questi giorni, che stenta a partire. Ci vorrà tutta la pazienza d'un poeta chiantigiano e tutto il grasso colante delle salsicce per animare quei carboni stentati.
Si leva nell'aria un fumo denso intriso di grasso di maiale e essenze d'olivo, che richiama l'attenzione di un gruppetto di turisti in visita al paese. Da dietro il muretto a secco rubano scatti di vita agreste che gli varranno più d'ogni souvenir del bel paese.
Se solo potessero immaginare quanto è buono il canaiolo di Gianluca dalla forte speziatura quasi piccante, con una bella fetta di pan pepato.

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