mercoledì 9 dicembre 2015

A NATALE SIAMO TUTTI PIU' BUONI

O almeno ci proviamo ad essere tutti più buoni. Poi siccome questo non ci riesce quasi mai, finiamo per essere tutti un po’ nervosetti. Pure in un luogo di piacere come il ristorante.

Clienti occasionali. Aspettano una ventina di minuti per avere il pollo e coniglio fritto. Del resto è espresso, tra infarinarlo, passarlo nell'uovo e friggerlo ci vuole più o meno questo tempo.
Mi guardano con insistenza, gli occhi puntati addosso ogni volta che entro in sala con delle pietanze in mano. “scusi c’è ancora molto da aspettare?”
“no i vostri secondi sono già in preparazione, questione di pochi minuti”
Passano pochi minuti e rieccoli all’attacco: “ma insomma quanto ci vuole?”
“vado a sollecitare in cucina”
Amico sono passati pochi minuti da quando me lo hai chiesto, dico ma che fretta hai? Come c’è la partita alle tre?  Mi dispiace nella vita bisogna saper scegliere e tu secondo me hai scelto giusto a venire al ristorante. A tavola non si invecchia quindi rilassati.
Finalmente arrivo con il fritto e lo sistemo sul tavolo
“era l’ora!”
Faccio finta di non sentire e il cliente di nuovo
“era l’ora!”
Interviene la moglie “dai che ha sentito, smetti”
E lui non contento “voglio che la signora mi guardi in faccia quando le parlo”
Sta dicendo a me? Ops avverto un formicolio che dalle mani mi sale al collo e poi alla testa. Mi sento avvampare, si  intasa la vena. ..Houston abbiamo un problema.
Lo guardo in faccia come mi ha chiesto..quasi quasi gli strizzo l’occhio, magari lo bacio anche in fronte, è Natale, siamo tutti più buoni, ma anche no. Infatti sono i pensieri impuri  a prendere il sopravvento: pensieri di fritti indigesti, conti che lievitano, acidità di stomaco et simili. Insomma un pomeriggio all'insegna di una digestione pesante per il mio gentile cliente. Lotto con tutti i muscoli del viso che non hanno voglia di tirarsi in un sorriso e mi esce una smorfia fuori misura alla The Mask: “prego mi dica”
Stavolta è il cliente a far finta di non sentire mentre si getta su una coscia di coniglio fritto.

C’è un altro tavolo vicino alla finestra: circa una dozzina di prenotati. Metà sono seduti al tavolo dalle una, l’altra metà ritarda. Ritarda molto. Quando finalmente il gruppo è al completo, danno una rapida occhiata al menu e mi chiamano per le comande. C’è disaccordo sulla bistecca. Chi la vuole e chi non la vuole. Niente problemi potete ordinare delle cose diverse suggerisco. E invece la bagarre si inasprisce. Non credo ai miei orecchi questi due signori stanno litigando per una bistecca. Uno di loro si alza e se ne va in giardino e così fa ritardare il tutto ancora di più. La moglie lo segue e io resto lì imbarazzata con il gruppo del Nobistecca.
Potrei suggerire loro di ordinare del fritto così in quella mezzora che ci vorrà per prepararlo si potranno calmare. Oppure incazzare di più, dipende se vogliono vedere la partita anche loro.

Morale della favola: per essere tutti  più buoni a Natale si deve interrompere il campionato?

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