C’era una volta a Campi un risottaro molto bravo che aveva
il dono di non invecchiare: gli anni passavano e lui sembrava sempre un
ragazzino, insomma una sorta di finto giovane. La sua specialità era mettere a
punto delle ricette molto originali e di pubblicarle prive di dosi e procedure;
come egli stesso amava ripetere: “Personalmente sono dell' idea che se un aspirante
cuciniere sente la necessità di seguire scrupolosamente le
dettagliatissime indicazioni di un suo simile, cioè un dilettante, non credo
che stia iniziando col piede giusto”. E così senza uno straccio di grammatura Cibusfaber mise a punto un paio di risotti che gli valsero la vittoria in due contest
molto famosi, gli portarono grande notorietà e una batteria di pentole ultimo
grido.
Blanchette
Blanchette è un risotto femmina, già nel nome. È
bianco, ha il candore seppia del carnaroli invecchiato. È bianco come
il risotto che ti aspetti, è tenue e armonioso come le curve di una bella
donna. Non ha spigoli indigesti di scalogno, ma una gradevole aromaticità di
acqua di porro usata sapientemente per portarlo a cottura. Mantecatura finale
con solo burro. Come una donna vagamente pudica un po’ fintamente casta,
Blanchette si agghinda prima di uscire (dalla cucina), si impomata il corpo con
una crema di parmigiano detta Orangette. Come una crema ad effetto lifting
immediato, morbida e ricca, punta sulle virtù preziose del parmigiano, ma viene
ingentilita dalla panna e dal tocco lezioso delle scorzette di arancia e da
qualche goccia di succo per apportare aroma e acidità a un risotto non sfumato
col vino. Eleganza e profumo di donna.
Monochrome
Monochrome è
un risotto mascolino a dispetto del colore; ha la voce profonda e baritonale ma
s’è abbigliato in rosa: più che un risotto maschio parrebbe a SweetTransvestite:
“non abbiate timore
di come appaio,
non giudicate un libro dalla copertina,
non sembro molto uomo
alla luce del giorno, ma di notte..”.
Anzi, se non fosse per quel nome Monochrome che si scontra
con il trionfo dei colori di una drag queen, monochrome sarebbe una Priscilla
dal sapore maschio e terragno della barbina, che indossa un boa le cui piume
son germogli di barbabietola, le cui collane son perle arancioni di uova di salmone sapide e forti per non dire virili. E infine il vestito di porco
cinturello: un velo di lardo come un
tulle che da bianco si fa trasparente per effetto del calore: anche il
porco più porco (quello con la cinta) alla fine si scioglie..
E davanti a due risotti dalla perfetta mantecatura si
sciolgono pure gli animi e ci si racconta, si svelano affinità con i risotti
dello stesso genere, scoprendosi così d’un tratto transgender, d’un tratto
tuttigusti, purché sempre risotto sia e in buona compagnia.
Le ricette le trovate qui: http://www.cibusfaber.com
Adoro !!! mi piace un sacco questo post !!!
RispondiEliminaSe ne hai voglia dai un'occhiata al nostro blog, ben più banale, ma con tanta voglia di crescere
http://chefandwife.wordpress.com/
grazie! passerò da casa vostra molto presto
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