(Liberamente ispirato a una storia realmente accaduta)
per Marta.
Mi ha regalato una rosa. Possibile?
Sono le sei del pomeriggio, fa un
caldo del diavolo e ho la bocca arsa dalla sete. E ho anche una rosa in mano.
Di solito noi donne ci lamentiamo del fatto che nessuno ci regala più le rose,
ora che l’ho avuta in dono non so come fare a dirgli che vorrei tanto una
Margarita in coppa..
“farà piacere un bel mazzo di
rose
e anche il rumore che fa il cellophan
ma una birra fresca fa gola di
più
in questo giorno
appiccicoso..”
Mi chiedo che diamine ci esca a
fare con Rosalindo (per via della rosa), sebbene sia ampiamente accertato che i
brutti ma buoni son dei biscotti molto apprezzati anche dai palati più
esigenti, in questo caso penso che la macchina sportiva di Four Roses abbia in
qualche modo influito..
Sono sempre più convinta che
l’attrazione tra le persone (quando non si concentra sul 730 dell’amato) sia
una cosa chimica, secrezione di molecole..secondo me è roba tipo lecitina, che
se capace di legare acqua e olio, che per natura tendono a respingersi, potrà
indurre attrazione anche in altri elementi di per se repellenti.
Ho saltato l’aperitivo, in
compenso la macchina sportiva col tettino abbassato ci ha condotto in un posto
carino fuori Firenze, cucina toscana saporita e servita in modo grazioso.
Ed ecco che arriva il bello: non
perderti lo spettacolo d’arte varia di uno innamorato di te.. Il buon
Rosalindo ordina panzanella con cipollina fresca, e su consiglio dell’oste una
bruschettina agliata con lardo di grigio e fagioli coco nano..
Ma questo c’è o ci fa? Mi sento la principessa di un romanzo
splatter all’allicina, perseguitata da mostri che sputano aioli, mentre annego
in vasche di tzatziki e pesto..E l’interesse sale (forse la storia dello
scalogno fighetto c’ha un senso...)
E tu piccola cosa ordini?
Dammi un sandwich e un po’ d’indecenza..e per
finire gelato al limone.
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