giovedì 6 febbraio 2014

LA CENA PER FARLI CONOSCERE

Ho invitato Luca a cena. Viene con un suo amico: tale Mauro. C’è quella categoria di uomini che se non vanno in coppia come i buoi non avanzano di un metro. Luca appunto. E l’Aurora s’è presa una cotta da quindicenne per lui. Da un po’ di tempo a questa parte gli piacciono gli uomini in carne, quelli col girovita a forte inurbamento adiposo. Fermo restando che panza fa rima con sostanza, da qui a innamorarsi del primo gabibbo che si incontra all’edicola c’è una bella differenza.
Io mi son presa la briga de La cena per farli conoscere, insomma faccio la Pupi, anzi la Pupa della situazione. Ma io sto Luca e compare mica li conosco, cioè i loro gusti a tavola intendo. E che ne so io.. e se fossero crudisti?
No scartato, la pancetta canta un’altra melodia.
E se c’ho a casa l’ospite ignoto è chiaro che mi butto sui grandi classici da famiglia: la pasta, che gode del valore aggiunto “m’ha fatto a mano la Pupa”  condita col pomodoro appena saltato, l’origano lucano (regalatomi a mo’ di dote dalla suocera) e il cacioricotta.
E poi la ciccia, possibilmente una col sugo, tipo lo spezzatino, male che vada possono mangiare le patate. Infine il vino: questa è una di quelle serate in cui è vietato fare gli stucchi e il vino lo si lascia portare agli ospiti. E si salvi chi può.
Ora, la mia dipendenza da fornelli mi spinge tutte le volte a parlare di mangiare e bere anche quando le intenzioni iniziali erano tutt’altre. Lo giuro, io volevo parlare dell’Aurora..
O meglio di noi donne che in particolari situazioni agiamo nel modo esattamente opposto a quello che realmente vorremmo. Durante tutta la cena l’Aurora ha avuto attenzioni più per l’amico che per il povero Luca, di cui dice di essersi invaghita sul serio. Tipico: quando c’è qualcuno che ci interessa sul serio recitiamo la parte delle disinteressate e finiamo con l’ignorarlo. È come se ci aspettassimo che il soggetto in questione capisse al volo ciò che noi stiamo oltremodo tentando di nascondere. Dimenticando così l’aspetto fondamentale, che il soggetto è maschio. E di regola non capisce una mazza neanche se gli fai lo spelling figuriamoci se usi atteggiamenti metaforici.  
Chissà come andrà a finire con un inizio così da supercazzola con doppio avvitamento sul nulla.

La cena finisce invece col tiramisù preparato dall’Aurora, sue proprie mani. Dimenticavo, questa è una di quelle sere in cui anche il dolce lo si lascia portare agli ospiti. E di nuovo si salvi chi può. Ma col tiramisù è più difficile.

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