E' per puro caso che mi trovo a pranzare in questo ristorante del centro, decisamente vecchio stampo. Ve ne sono altri in Firenze e dintorni, e ciò che si considera superato o antiquato, rappresenta per questi esercizi uno dei punti di forza.
Ed è per puro caso che entro al ristorante che non è ancora mezzogiorno e mezzo. In genere solo gli anziani si presentano al ristorante tra le 12 e le 12,30. Oggi sono out pure con l'orario.
Ordino un antipasto di cannellini e bottarga, a seguire un merluzzo al cartoccio con pomodorini e timo. La fanciulla, che sarei io (d'accordo ho un po' esagerato), che apre le danze con un antipasto di fagioli e bottarga è donna di sostanza. Indiscutibile. E questo mi vado ripetendo da ore, praticamente da quando li ho ordinati. E la porzione è consona: sostanziosa per la donna di sostanza di cui sopra.
I fagioli cannellini sono serviti nella fondina di coccio marrone smaltato, quella che si trova praticamente in fondo alla vetrinetta di ogni famiglia, eredità di cui non ci si riesce a disfare. I fagioli sono decisamente duri e "buccini" ma la cucchiaiate da minestra di bottarga che il cameriere ci catapulta sopra in diretta, mi fanno dimenticare il cannellino semi crudo
"desidera del pepe?"
diamine che domande! e lui ci va di mulinello grande come un didgeridoo. Anche più piccolo funziona lo stesso, ma non ti si sviluppa il bicipite. Sono scelte.
Piatto in tutto e per tutto demodé, che ha il suo perché: perché ci sono ancora persone che non si saziano con le modiche quantità "moderne" e che godono col fagiolo lesso. Tuttavia meglio se non troppo crudo.
Ed ecco il merluzzo cotto nel cartoccio di alluminio. I miei amichetti del settore mi stroncherebbero subito con: "alluminio è anni settanta a bestia!. Ora sempre e comunque la cartaforno"
Alluminio demodé, ma al contatto con la "stagnola" il merluzzo ha fatto una crosticina interessante: o provaci con la carta forno se ti riesce!
in fondo mi sento un po a casa, anche il Maccherone per tanti aspetti è vintage!! Però è un po' meno caro di questo posto.
Rivolgo uno sguardo alla sala che è quasi piena, incuriosita dal tipo di commensali.
Al tavolo a fianco, presumo gente facoltosa, visto che si fanno aprire un Masseto di cui non m'è dato sapere l'annata. Il cameriere lo scaraffa. Io vorrei che tutte le caraffe di cristallo del mondo esplodessero. Queste non sono pratiche demodé ma scelleré. Mettimi la bottiglia sul tavolo per favore a arieggiare il vino ci penso da me.
Le due zie con nipote, quadretto con pittura a olio e cera, che siedono alla mia destra, hanno ordinato un vino di Les Cretes. Sento il cameriere che dice loro "se non è di vostro gradimento lo cambiamo". Pare che lo vogliano più dolce, che sia troppo aspro per loro. Richiesta non codificata: e allora perché diavolo vai a cercare un vino in valle d'aosta? Io mi cerco i datteri a capo nord.
Oggi sono in versione troppo antica per avere lo sprint di suggerire al cameriere che se i signori non gradiscono, lasci pure lo chardonnay Les Cretes sul mio tavolo..
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