lunedì 5 ottobre 2015

VOGLIA DI GELATO

Il mio modesto tributo a un linguaggio che non è solo un dialetto, ma è l espressione di uno stile di vita schietto e verace. Che Dio lo salvi.

La Lisetta ha voglia di gelato. Dice che quest’estate non ne ha mangiato punto e si lamenta con Aldo che l’ascolta scocciato. Affermazioni da prendere con le pinze, come quando i coniugi Somigli dicono che il lunedì, col ristorante chiuso, non mangiano niente. E quel niente sta a significare un po di groviera, due fette di bologna, la scatoletta di sgombri, una cipollina, poi c’era quella mezza faraona avanzata, che mica si poteva buttare via  e poi un pezzettuccio di torrone tenero che s’è preso venerdì alla coop..
Scendo alla casa del popolo del paese a comprare due gelati per i miei genitori denutriti
“C’è nessuno?”
Silenzio. Il bar è deserto. E’ sparito anche il barista
“C’è nessuno al bar?”
“Come dice?”
Sobbalzo. C’è un vecchino seduto dietro alla colonna che legge il giornale. “come dice signorina?”
“Al bar c’è qualcuno?”  Alzo la voce per farmi intendere
“C’è Otello”
“Ah.. si ma dov’è?”
“Chi Otello?”
“Ecco si proprio lui cercavo”. Mi guarda zitto, secondo me non ha sentito una parola.
“Che lo vuoi?”
 “Eh si in effetti se ci fosse..” sbaglio o un attimo fa mi dava del lei?
“E l’è di là a fa’ la partita a tre sette. Affacciati e chiamalo perché l’è sordo come una campana”
Pure lui alé! Mi affaccio, il quartetto di giocatori è seduto su sedie di plastica arancione “cala mattoni vai, tanto un l’hanno più i regio”
Chi sarà Otello dei quattro? Non ha importanza, uno di loro si accorge di me mentre faccio capolino dalla porta
“Otello e cercano te! La signorina che vorrà quarcosa..vai vai”
“si volevo prendere due gelati” e mi sento anche in colpa a interrompere la sua partitina per due cornetti
“due? Gli garba il gelato alla signorina eh?”
“no, è per i miei genitori “ mi affretto a replicare
Rientriamo nel bar e il vecchino seduto a leggere il giornale dice la sua su Otello: “ovvia eccolo, bisogna sempre chiamallo. O quando va alle carte, o quando s’affaccia alle bocce..”
Tira aria di tempesta. Il vecchino pare incazzato con Otello che si affretta a rispondere: “Arduino lo vuoi anche te il gelato? Almeno tu ti cheti chiacchierone”
Apre il frigorifero e ci si piega dentro frugando tra le scatole di cartone per cercare i cornetti.
“quello Bigusto un c’è mi dispiace”. Scorro sul listino colorato, e opto per quello al cioccolato. Otello si rituffa dentro a razzolare tra i gelati. Poi solleva un cartone per cercarne altri tipi che stanno sotto, ma non li trova, “chissà indò l’hanno messi” e blatera qualcosa che assomiglia a un moccolo. Ma non ne sono certa, ormai è entrato nel frigo anche con la testa. “La senta manca anche quello alla cioccolata, però la guardi, c’e questo all’amarena l’è bono”
“Altrimenti?” Chiedo
“sennò c’è la coppa vaniglia e caffè, il biscotto e il diacciolo alla menta”, più qualche altro che si dimentica di dire.
“senta faccia lei, io mi fido e me ne dia 4 anziché 2, assortiti”
Otello come investito da una grande responsabilità si mette a cercare e scegliere i gelati migliori, poi le palette e la bustina di plastica. Mi porge il tutto e mi ringrazia indicandomi la vetrina del banco con i bomboloni e i cenci fatti dalle signore del paese e mi congeda con “e la dica a Aldo che un venga a cercare il gelato a ottobre!”

“sono anziani Otello, ci vuol pazienza” . E deperiti da carenza di gelato.

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