giovedì 7 dicembre 2023

Scusi signorina..


"Scusi Signorina!? così mi ha chiamato un cliente l'altro giorno". La mia amica si sfoga piagnucolando mentre io cerco di consolarla. "Com'era quella storia che dopo una certa età diventiamo tutte signore? E allora che c'ho io che non va per esser parte della categoria?"

"Bah", rifletto a voce alta, "nel termine signorina si insidiano due significati: quello della giovane età e quello di donna non sposata". Forse sto peggiorando la situazione. 

"E visto che, data la mia età, il primo significato non mi s'addice più, vuoi dire che quel signorina stava per donna senza marito? Avanti su dimmi, da cosa si capisce che non sono sposata?". 

"A parte che non hai la fede, non si direbbe. E poi senti, l'esser senza marito è più un vanto che un'onta, di che stiamo parlando?"

Segue un silenzio di approvazione. A volte dico cose intelligenti. Proseguo, "senti, molte signore e signorine, vorrebbero arrivare alla tua età con tale disinvoltura. Parecchie donne sposate soprattutto" -sorrido sorniona..

"Vuoi dire la nostra età.."

"Si uffa, non farmi sentire una vecchia ciabatta!"

"E' perché zoccolo è maschile sennò zoccol* ti s'addiceva di più!" Sto zitta, me lo merito dopo ste gaffe sull'età. "Dai ordiniamo da bere che ne abbiamo bisogno"

"Per me un cocktail Martini con.." - mi interrompe bruscamente "vabbè se poi ordini un martini con l’oliva tradisci tutta la tua età, anche se ben mascherata da trucco-stucco e capello alla Tina Turner"

"Per la signorina invece la China Martini, scardata con lo zucchero e la scorza d'arancia, ma non bollente, che poi la si scioglie, l'è imbalsamata con la cera". Quando c'è da punzecchiare qualcuno mi viene meglio in fiorentino stretto.

Viste da fuori, in questo caffè del centro di Firenze, potremmo sembrare due statue del museo delle cere, due Madame Tussauds dell'Ottocento sedute a un tavolino all'ora del Vermut. Se solo sapessimo ballare un valzer o qualche passo di quadriglia, saremmo due perfette signorine importunabili. Si ho detto signorine.

Qualche anno fa tutte e due si inorridiva al pensiero d'esser chiamate signore e ora quando ci danno di signorine si va in depressione. Sciocche. In questa corsa alla privazione d'ogni riferimento di genere e condizione sociale nelle parole, (che l'accusa di sessismo sta sempre appollaiata nei paraggi), si perdono le sfumature della nostra lingua. Signorina nella letteratura spesso descrive donne pudiche e riservate, garbate nelle maniere e nei sentimenti e a volte in età avanzata. Che forse oggi il garbo non si addica più a noi donne? Bah, un po' di quella grazia di signorina e misura nelle parole, gote che arrossiscono e pance coperte, non sono robe vintage e men che meno stantìe, in barba a tutti gli ombelichi al vento che si vedono a giro.

Mi viene in mente la signorina dei tabacchi che vendeva le sigarette al mio paese. Una donnina piccina che aveva una sorta di rivendita di tabacchi all'ingrosso. Tutti la chiamavano signorina anche dopo essere andata in pensione. E lei prontamente correggeva coloro che la chiamavano Signora; "Signorina prego"- ribatteva, benché non mascherasse le rughe o un'andatura oscillante per l'età. Lei era signorina e voleva essere chiamata così. Senza vergogna alcuna per mariti non pervenuti e senza che l'età l'avesse privata del suo sentirsi una ragazza . 

"Figliola", penso a voce alta, col Martini alla mano, incurante delle accuse di vetustà della mia amica; c'è dell'eleganza mi dico tra me e me mentre sputo il nocciolo dell'oliva nel posacenere. Eleganza a tratti. Ritorno con la mente a figliola, una bellissima parola fiorentina ormai in disuso. "L'è proprio una bella figliola!",  lo diceva ogni tanto mio nonno quando dal circolo del paese usciva una femmina degna del suo interesse, sottratto per qualche secondo al Guerin Sportivo di cui era avido lettore. Che bella figliola è una espressione che non ha età, si addice a signore e signorine senza causare crisi esistenziali, al massimo un sorriso di compiacimento.

"Cosa hai detto Sabri?"

"No no niente, pensavo a figliola.." mi affretto a rispondere. Lei ritorna con lo sguardo sul cellulare, non sembra interessata a discorsi da Accademia della Crusca. E forse in questo momento neanche io.


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