“Ogni anno circa il 2% dei whisky
conservati nelle botti evapora. Quella frazione che se ne va in cielo è
chiamata la parte degli angeli”.
E
io mi immagino i cieli di Scozia e d’Irlanda intasati da angeli che vagamente brilli, che
sfrecciano spericolati per l’aere,
sgommano e inchiodano, respirano a pieni polmoni e poi ebbri ripartono a
manetta verso cieli sempre più blu.. Se quando muoio vado in Paradiso inoltro
subito la richiesta per il trasferimento oltremanica.
È
lunedì, io non lavoro e naturalmente piove, senza considerare il fatto che il
lunedì a Firenze non c’è mai uno straccio di cosa interessante da fare.
Chiamo
l’Aurora e le propongo un cinema; c’è il nuovo film di Ken Loach uscito da
qualche giorno nelle sale. L’Aurora storce un po’ la bocca, dice che non le
piacciono le storie degli sfigati più sfigati d’Europa, pardon del Regno Unito,
anche se quando la portai a vedere “Il mio amico Eric” pianse per tutto il
tempo ed ebbe pure un fremito di passione per il calcio durato il tempo di un
goal di Cantona..
Alla
fine la convinco puntando sul whisky..”il film parla del ritrovamento di un Malt Mill del 1962, un’intera botte!”
“accidenti,
meglio del Santo Graal..”
Leggendo
qua e là scopro che Lagavulin dopo l’uscita del film ha fatto sapere che esiste
davvero una bottiglia di un prezioso whisky Malt Mill datata 1962, considerato
il progenitore del Lagavulin, che si tramanda da un mastro distillatore
all’altro, insomma una sorta di banca genetica che conserva il dna puro e
primordiale del prezioso Scotch di Islay.
Il
film scorre e questa volta non si piange, direi piuttosto che è la salivazione
a scatenarsi: tutti quei distillati ambrati ci fanno venire altro che sete!
“c’è
un irish pub proprio qui nei paraggi..”
“qui
c’è l’intervento della divina provvidenza!”
“ne avranno solo di Irlandesi?” dopo The Angels’ Share le Sciarpa Angels (ovvero noi incappucciate per il freddo)
cercano solo whisky delle highlands o delle Isole..
“ora
non facciamo troppo le sofisticate, l’importante è non ripiegare su quel frappè
banana e vaniglia che viene dal Tennessee..”
Dietro
al bancone fanno bella mostra di se gli irish whiskey (solo quelli con la e d'accordo?); esposti a
testa in giù stanno nell’ordine: Bushmills, l’immancabile Jameson e il
Tullamore Dew, tutte le bottiglie munite dell’odioso dosatore a stella.
Sullo scaffale hanno anche whisky scozzesi della linea Classic Malts di Diageo, senza dosatore, per cui c'è solo da spersare nella mano pesante della barista. L’Aurora va per un Lagavulin 16 mentre io mi fermo prudentemente a un Oban
14 years old. Sulla scia del film mi lancio in una maccheronica degustazione
indugiando sui sentori di brezza marina e lieve torbato
“uh
che cantilena.. basta con questa Urbi et
Torba.., con la torba tu mi turbi!”
“vuoi
che metta il turbo..?”
..e
così via per il tempo di un altro whisky.
Ovviamente Ken Loach è da vedere.
Ovviamente Ken Loach è da vedere.
da vedere sopratutto perchè, oltre ad essere un buon film, forse questa volta il sig Loach si è messo una mano sul cuore, ed ha risparmiato in tempi così foschi, ulteriori depressioni. Comunque incuriosita.....con la "torba " ci ho fatto la salsa per condire il fiellto di vitella servito con caglio al limone e polvere di funghi....niente male.
RispondiEliminadai racconta più nei dettagli..
RispondiEliminaNotevolissimo Ken Loach di cui consiglio Riff Raff, ma nelle sale in questo momento c'è anche l'ultimo film di Tarantino.
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