giovedì 17 gennaio 2013

LA PARTE DEGLI ANGELI (The Angels' Share)


“Ogni anno circa il 2% dei whisky conservati nelle botti evapora. Quella frazione che se ne va in cielo è chiamata la parte degli angeli”.
E io mi immagino  i cieli di Scozia e d’Irlanda intasati da angeli che vagamente brilli, che sfrecciano spericolati per l’aere, sgommano e inchiodano, respirano a pieni polmoni e poi ebbri ripartono a manetta verso cieli sempre più blu.. Se quando muoio vado in Paradiso inoltro subito la richiesta per il trasferimento oltremanica.

È lunedì, io non lavoro e naturalmente piove, senza considerare il fatto che il lunedì a Firenze non c’è mai uno straccio di cosa interessante da fare.
Chiamo l’Aurora e le propongo un cinema; c’è il nuovo film di Ken Loach uscito da qualche giorno nelle sale. L’Aurora storce un po’ la bocca, dice che non le piacciono le storie degli sfigati più sfigati d’Europa, pardon del Regno Unito, anche se quando la portai a vedere “Il mio amico Eric” pianse per tutto il tempo ed ebbe pure un fremito di passione per il calcio durato il tempo di un goal di Cantona..
Alla fine la convinco puntando sul whisky..”il film parla del ritrovamento di un Malt Mill del 1962, un’intera botte!”
“accidenti, meglio del Santo Graal..”
Leggendo qua e là scopro che Lagavulin dopo l’uscita del film ha fatto sapere che esiste davvero una bottiglia di un prezioso whisky Malt Mill datata 1962, considerato il progenitore del Lagavulin, che si tramanda da un mastro distillatore all’altro, insomma una sorta di banca genetica che conserva il dna puro e primordiale del prezioso Scotch di Islay.
Il film scorre e questa volta non si piange, direi piuttosto che è la salivazione a scatenarsi: tutti quei distillati ambrati ci fanno venire altro che sete!
“c’è un irish pub proprio qui nei paraggi..”
“qui c’è l’intervento della divina provvidenza!”
 “ne avranno solo di Irlandesi?” dopo The Angels’ Share le Sciarpa Angels (ovvero noi incappucciate per il freddo) cercano solo whisky delle highlands o delle Isole..
“ora non facciamo troppo le sofisticate, l’importante è non ripiegare su quel frappè banana e vaniglia che viene dal Tennessee..” 
Dietro al bancone fanno bella mostra di se gli irish whiskey (solo quelli con la e d'accordo?); esposti a testa in giù stanno nell’ordine: Bushmills, l’immancabile Jameson e il Tullamore Dew, tutte le bottiglie munite dell’odioso dosatore a stella. Sullo scaffale hanno anche whisky scozzesi della linea Classic Malts di Diageo,  senza dosatore, per cui c'è solo da spersare nella mano pesante della barista. L’Aurora va per un Lagavulin 16 mentre io mi fermo prudentemente a un Oban 14 years old. Sulla scia del film mi lancio in una maccheronica degustazione indugiando sui sentori di brezza marina e lieve torbato
“uh che cantilena.. basta con questa Urbi et Torba.., con la torba tu mi turbi!”
“vuoi che metta il turbo..?”
..e così via per il tempo di un altro whisky.

Ovviamente Ken Loach è da vedere.

3 commenti:

  1. da vedere sopratutto perchè, oltre ad essere un buon film, forse questa volta il sig Loach si è messo una mano sul cuore, ed ha risparmiato in tempi così foschi, ulteriori depressioni. Comunque incuriosita.....con la "torba " ci ho fatto la salsa per condire il fiellto di vitella servito con caglio al limone e polvere di funghi....niente male.

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  2. Notevolissimo Ken Loach di cui consiglio Riff Raff, ma nelle sale in questo momento c'è anche l'ultimo film di Tarantino.

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