Sono seduta a un tavolo con
alcuni colleghi della buona ristorazione fiorentina. L’occasione è una degustazione di vini organizzata da uno dei nostri fornitori. Il contesto è
molto informale ma i vini che si stappano son tanta roba. Nei bicchieri il
Piemonte rules, con un Barolo Le Vigne 1999 di Sandrone in grande spolvero. Conclude
la sessione Gaja con un Barbaresco del 2001.
Ma non finisce qui: l’agente, sveglio e gaudente, che
del resto ci vuol vendere almeno un vagone di vino cadacranio prima che le degustazione sia finita, sa bene che ci
deve stupire e gioca la carta nascosta; arriva in tavola ancora Gaja: stavolta
è un Sorì San Lorenzo ancora in fasce che viene sacrificato per il piacere
degli ospiti.
Questi son quei momenti in cui mi
dico che io faccio il lavoro più bello del mondo.
Sennò col cavolo che mi potevo
permettere di stappare bottiglie così, una dietro l’altra, senza polverizzare
larga parte della paghetta mensile. Le alternative potrebbero essere due: o mi
trovo un fidanzato facoltoso, ma onestamente mi pare improbabile: non c’ho le
misure adatte, o ripiego sull’ignoranza. Se ignorassi l’esistenza di barolo
centravanti di sfondamento, forse non mi verrebbero tutte queste voglie e
potrei vivere felice e ignara..e magari pure astemia. (e che ho fatto di male per
vivere così?)
Vicino a me siede un collega,
caro amico e affezionato cliente, nonché gestore di uno dei caffè più cool
della città. Arguto selezionatore di etichette, ne sa una più del diavolo in
fatto di vini. Lo provoco:
-Senti Sandro ma quale ti è
piaciuto di più?
Lui mi guarda con l’aria di chi
ha capito, non dico tutto, ma parecchie cose più di me sicuramente, e afferma:
“ma il Sorì naturalmente!”
-ma questo Barbaresco al momento
gli sta facendo le scarpe al Sorì infante!- ribatto io ingenuamente.
Lui mi mette la mano sulla
spalla: - cosa vuoi che ti dica cara, a me piace bere da ricchi- E mi
sfodera un sorriso furbo e soddisfatto.
-Dunque non è più il vino in se,
è il prezzo a scatenare il godimento! La potenza del bere plutocratico, senza
tirare fuori un centesimo. Sandro sei troppo avanti!- Sorrido anche io e gli
strizzo l’occhio: collega illuminato..
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