“Ciao tesoro come stai?”
“io benone e tu?”
“ma si, così così..”
“a dirtela tutta stai da schifo”
“ah grazie, è tutto? Allora vado..ho avuto una giornata di merda
e credo che adesso stia peggiorando”.
“dai non te la prendere, a parte le borse agli occhi che ci
potresti mettere la spesa, e i capelli pettinati coi Droni dell’esercito, per
il resto ok”
“veramente ho usato del gel”
“tesoro mio con quei capelli o il vinavil o il mastice”
“ok ricevuto”. Che donna sono se la mia amica mi consiglia
di lasciare il parrucchiere e fermarmi in mesticheria? “Io prendo un bloody
Mary”
“uffa come sei noiosa Sabri prendi sempre il solito, io
invece cambio sempre..”
“Lo so sono fatta così opto per la sicurezza di un sapore che conosco e che so che mi piacerà:
il succo di pomodoro, il gelato alla nocciola, la pizza quattro stagioni. E che
mi pregusto quel momento dalla mattina quando mi alzo e ho l’acquolina in
bocca, durante tutta l’attesa. Metti che poi arrivo nel locale, ordino una cosa
nuova e non mi piace. Sai la delusione e
l’avvilimento, mi prende la tristezza cosmica, manco fossi a bere con
Giovanardi”.
“In tal caso sparati sorella”..one way ticket to hell, canticchia..
“E tu che bevi?”
Scorre la lista dei cocktail..”tu lo conosci il Singapore
Sling?”
“No mai sentito dire, è roba da bere?”
“Si” e mi legge una lista infinita di ingredienti. “Lo
prendo”
“Ma sei sicura? A me pare una cagata..”
Ordiniamo e ci mettono un sacco di tempo a servirci. Nel
frattempo ho già mangiato mezzo chilo di patatine e due vagoni merci di
noccioline e ho la bocca arsa dal sale. Datemi da bere o muoio disidratata.
“E’ colpa del tuo Singapore Sling, secondo me li hai mandati
in confusione. Sarà il primo che fanno in tutta la loro carriera di barman”. Mi
immagino la Marta che appena arriva il suo cocktail lo assaggia e urla
“cameriere questo non è un Singapore Sling!”, c’ha una tale faccia tosta che
potrebbe benissimo farlo, fingendo di essere un’esperta, quando invece non lo
ha mai bevuto prima. Come del resto chiunque qui dentro, barman incluso.
La Marta osserva il suo Singapore Sling che onestamente fa
paura: colore rosso ciliegia un po’ sintetico, schiuma rosa tipo dentifricio paperinos..
“Ci dovrebbe essere del gin dentro, magari è meno brutto di
quello che sembra”- ridacchio- “invece il mio Bloody Mary è rosso sangue, il
rosso della passione, del profondo sud”, infierisco
“il Sud dell’Agro sarnese nocerino, sud-sex & sarno, fico
davvero..”
Vince lei sempre.
Buono il Bloody Mary del Café de Paris in pza Dalmazia, per il
quale abbiamo coniato l’espressione: oh bloody hell, this bloody Mary is bloody
good.
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