sabato 27 febbraio 2016

BLOODY MARY vs SINGAPORE SLING

“Ciao tesoro come stai?”
“io benone e tu?”
“ma si, così così..”
“a dirtela tutta stai da schifo”
“ah grazie, è tutto? Allora vado..ho avuto una giornata di merda e credo che adesso stia peggiorando”.
“dai non te la prendere, a parte le borse agli occhi che ci potresti mettere la spesa, e i capelli pettinati coi Droni dell’esercito, per il resto ok”
“veramente ho usato del gel”
“tesoro mio con quei capelli o il vinavil o il mastice”
“ok ricevuto”. Che donna sono se la mia amica mi consiglia di lasciare il parrucchiere e fermarmi in mesticheria? “Io prendo un bloody Mary”
“uffa come sei noiosa Sabri prendi sempre il solito, io invece cambio sempre..”
“Lo so sono fatta così opto per la sicurezza di un  sapore che conosco e che so che mi piacerà: il succo di pomodoro, il gelato alla nocciola, la pizza quattro stagioni. E che mi pregusto quel momento dalla mattina quando mi alzo e ho l’acquolina in bocca, durante tutta l’attesa. Metti che poi arrivo nel locale, ordino una cosa nuova e non mi piace.  Sai la delusione e l’avvilimento, mi prende la tristezza cosmica, manco fossi a bere con Giovanardi”.
“In tal caso sparati sorella”..one way ticket to hell, canticchia..
“E tu che bevi?”
Scorre la lista dei cocktail..”tu lo conosci il Singapore Sling?”
“No mai sentito dire, è roba da bere?”
“Si” e mi legge una lista infinita di ingredienti. “Lo prendo”
“Ma sei sicura? A me pare una cagata..”
Ordiniamo e ci mettono un sacco di tempo a servirci. Nel frattempo ho già mangiato mezzo chilo di patatine e due vagoni merci di noccioline e ho la bocca arsa dal sale. Datemi da bere o muoio disidratata.


“E’ colpa del tuo Singapore Sling, secondo me li hai mandati in confusione. Sarà il primo che fanno in tutta la loro carriera di barman”. Mi immagino la Marta che appena arriva il suo cocktail lo assaggia e urla “cameriere questo non è un Singapore Sling!”, c’ha una tale faccia tosta che potrebbe benissimo farlo, fingendo di essere un’esperta, quando invece non lo ha mai bevuto prima. Come del resto chiunque qui dentro, barman incluso.
La Marta osserva il suo Singapore Sling che onestamente fa paura: colore rosso ciliegia un po’ sintetico, schiuma rosa tipo dentifricio paperinos..
“Ci dovrebbe essere del gin dentro, magari è meno brutto di quello che sembra”- ridacchio- “invece il mio Bloody Mary è rosso sangue, il rosso della passione, del profondo sud”,  infierisco
“il Sud dell’Agro sarnese nocerino, sud-sex & sarno, fico davvero..”
Vince lei sempre.



Buono il Bloody Mary del Café de Paris in pza Dalmazia, per il quale abbiamo coniato l’espressione: oh bloody hell, this bloody Mary is bloody good. 

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