"Come proposte del giorno abbiamo anche spaghetti con le arselle. Comunque le lascio il menu così può scegliere"
"No non importa prendo gli spaghetti". Non ho la minima esitazione, sono anni che non li mangio.
Le arselle sono i miei ricordi di bambina, di estati passate in Versilia con i nonni, tra biciclette e odore di pesce fritto.
Ricordo il nonno che scendeva in spiaggia al tramonto, l'ora migliore per pescare, a spiaggia vuota, senza strilli di bambini isterici o il rischio di pallonate.
Si legava il rastrello alla vita, con quel cinturone imbottito e poi lento rastrellava su e giù quel tratto di mare a pochi metri dal bagnasciuga.
poi alzava quella specie di nassa rigida e pesante, scuoteva via la sabbia e versava le arselle nel secchio. Poi si allontanava a nuoto verso il mare più profondo per raccogliere acqua di mare che secondo lui era più pulita e ci metteva a bagno le sue telline. In Versilia le chiamano così e anche lui ormai usava chiamarle con quel nome. E le lasciava a spurgare dentro al secchio con il piatto capovolto sul fondo. Non ho mai capito a cosa servisse quella scodella, ma la sabbia magicamente si infilava sotto il piatto e quelle bestiole si pulivano completamente e non scricchiolavano sotto i denti, quando le succhiavi.
E se poi non erano spurgate bene lui ritornava in mare e prendeva dell'altra acqua pulita e gliela cambiava: "le vanno trattate bene sennò le ti fregano. Se le metti in acqua di rubinetto con un po di sale, credendo di fare il furbo, e di aver ricreato il mare, te le mangerai sabbiose. E' la giusta punizione per te. Non sono mica stupide le arselle sai?"
"davvero nonno?"
"certo se tu cerchi di affogarle con l'acqua del sindaco quelle si chiudono su se stesse e non le apri neanche col cric. Se invece le metti a casa loro, nell'acqua del mare, loro si aprono, sorridono e ci fanno la linguaccia"
Solo anni dopo ho scoperto che quella non era una lingua ma un piede, che serve loro per spostarsi e nascondersi nella sabbia. Addio poesia.
"nonno ma noi le uccideremo comunque!"
"si ma loro ancora non lo sanno..lasciamole tranquille. Morire nell'olio con l'aglio è una morte degna di tutto rispetto.."
Respiro questi spaghetti, ne riconosco l'odore e il sapore: un afflato di dolcezza nelle arselle, tenere e gentili, perfettamente spurgate. Ci deve essere stato un altro Mario lungo il cammino di queste telline..
E' l'armonia di uno spaghettino fine cotto al dente, la salsa sapida e cremosa e i nicchi come dei fiori sulla collina di spaghetti. Non hanno bisogno di gusci per rinforzare il sapore o dominare il bianco imperante d'una pasta di semola, loro sono arselle mica volgari vongole!
La potenza di un ricordo, mista alla nostalgia di quegli anni mi fa dimenticare il pacco che mi ha rifilato l'Aurora oggi a pranzo. Ok ho pranzato in solitario, ma non è andata così male.
Un buon piatto di spaghetti con le arselle a Firenze l'ho mangiato a L'angolo del mare.
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