domenica 3 luglio 2016

STAGISTI IN CUCINA

In questo mese di prima linea in compagnia di Paolo e Andrea, ho riprovato l’adrenalina del servizio e quel piacere che si prova pranzo dopo pranzo, cena dopo cena, quando la fatica e la tensione se ne vanno, per lasciare spazio alla soddisfazione che un lavoro portato a termine ti lascia.
Come in ogni esperienza di lavoro ho imparato, ho vissuto e ho conosciuto una realtà che finora mi era estranea: quella del tirocinio. E una brigata costituita per lo più da stagisti un po’ svogliati e a tratti fancazzisti, mi ha fatto sia ridere che ingrossare il fegato. Spesso mi ha portato a fare delle serie e profonde parti di merda a ragazzini parecchio più alti di me. 
A fronte di questi 30 giorni di convivenza posso stilare anche io la mia classifica:
Stagisti le 7 cose da sapere.

1.   lo stage è un momento importante di formazione, sei sul pezzo, osservi, fai domande. La domanda più frequente che mi è stata posta?
“Ora non c’è neanche una comanda, posso andare a fumare?”

2. esiste un solo orario da rispettare, quello del fine turno. La puntualità è un optional quando si entra in servizio. A volte non ci si presenta proprio al lavoro, avendo cura di non avvertire, sennò troppo facile. Le cause più frequenti: il ciclo, la festa sotto casa, se sono nervoso lavoro male.

3. L’importanza dell’attestato del VaccaACCP= Vacca boia che seccatura sanificare la postazione dopo ogni servizio. Nei casi peggiori, come pulizia dell’affettatrice o dei frigoriferi si passa al VaffaACCP

4. lo stagista che ha tempo aspetti di perderlo trafficando al cellulare o suonando bonghi e tamburi fatti con culi di padelle e mestoli. Senti, ma se invece di suonare ti preparassi la linea? “Ma tanto c’ho tempo, lo posso fare dopo”.
Dopo, ovvero durante il servizio d’assalto, amico stai sulla linea, si, ma quella gotica.

5.   le dimensioni delle verdure a cubetti. Un centimetro è la centesima parte del metro, non un concetto liberamente interpretabile che spazia dalle dimensioni di traversine ferroviarie ai granelli di sabbia. E non mi rispondere che tanto è uguale, perché mi viene il sospetto che tu, stagista quasi maggiorenne, non sappia fare manco una macedonia.

6. lo stagista ama la pellicola. Metri e metri di pellicola consumati per soffocare quei poveri salumi, che nemmeno per avvolgere Laura Palmer in Twin Peaks. Tesoro basta che copri la parte tagliata, non importa che gli fai fare due giri in orizzontale, tre in verticale e sedici in trasversale. E’ un prosciutto e tu non sei Christo.. “Ma sennò si secca”. Ti è giunta voce che ha stagionato per 24 mesi all’aria, senza un centimetro di Domopak?

7. La ricetta autogestita. Porta a casi come la maionese stratificata: uovo sotto, olio sopra e nel mezzo tanti “bruscoli”..o il tentativo di addensare la besciamella senza passare dal fuoco. E gira e gira con quella frusta, forse è sempre lì a girare e sfidare le leggi degli amidi.


Ci sono stati anche stagisti bravi (uno per la precisione, ma il plurale mi fa suonare meglio la frase), che si sono impegnati e che sono stati giustamente premiati con un lavoro, appena conclusa questa esperienza con noi. E’ successo davvero e ne sono felice. In bocca al lupo!

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