In questo mese di prima linea in compagnia di Paolo e
Andrea, ho riprovato l’adrenalina del servizio e quel piacere che si prova pranzo
dopo pranzo, cena dopo cena, quando la fatica e la tensione se ne vanno, per
lasciare spazio alla soddisfazione che un lavoro portato a termine ti lascia.
Come in ogni esperienza di lavoro ho imparato, ho
vissuto e ho conosciuto una realtà che finora mi era estranea: quella del
tirocinio. E una brigata costituita per lo più da stagisti un po’ svogliati e a
tratti fancazzisti, mi ha fatto sia ridere che ingrossare il fegato. Spesso mi
ha portato a fare delle serie e profonde parti di merda a ragazzini parecchio
più alti di me.
A fronte di questi 30 giorni di convivenza posso stilare anche
io la mia classifica:
Stagisti le 7 cose da sapere.
1. lo
stage è un momento importante di formazione, sei sul pezzo, osservi, fai
domande. La domanda più frequente che mi è stata posta?
“Ora non c’è neanche una comanda,
posso andare a fumare?”
2. esiste
un solo orario da rispettare, quello del fine turno. La puntualità è un
optional quando si entra in servizio. A volte non ci si presenta proprio al
lavoro, avendo cura di non avvertire, sennò troppo facile. Le cause più
frequenti: il ciclo, la festa sotto casa, se sono nervoso lavoro male.
3. L’importanza
dell’attestato del VaccaACCP= Vacca boia che seccatura sanificare la postazione
dopo ogni servizio. Nei casi peggiori, come pulizia dell’affettatrice o dei
frigoriferi si passa al VaffaACCP
4. lo stagista che ha tempo aspetti di perderlo
trafficando al cellulare o suonando bonghi e tamburi fatti con culi di padelle
e mestoli. Senti, ma se invece di suonare ti preparassi la linea? “Ma tanto c’ho
tempo, lo posso fare dopo”.
Dopo, ovvero durante il servizio d’assalto,
amico stai sulla linea, si, ma quella gotica.
5. le
dimensioni delle verdure a cubetti. Un centimetro è la centesima parte del
metro, non un concetto liberamente interpretabile che spazia dalle dimensioni
di traversine ferroviarie ai granelli di sabbia. E non mi rispondere che tanto
è uguale, perché mi viene il sospetto che tu, stagista quasi maggiorenne, non sappia fare manco una
macedonia.
6. lo
stagista ama la pellicola. Metri e metri di pellicola consumati per soffocare
quei poveri salumi, che nemmeno per avvolgere Laura Palmer in Twin Peaks.
Tesoro basta che copri la parte tagliata, non importa che gli fai fare due giri
in orizzontale, tre in verticale e sedici in trasversale. E’ un prosciutto e tu
non sei Christo.. “Ma sennò si secca”. Ti è giunta voce che ha stagionato per
24 mesi all’aria, senza un centimetro di Domopak?
7. La
ricetta autogestita. Porta a casi come la maionese stratificata: uovo sotto,
olio sopra e nel mezzo tanti “bruscoli”..o il tentativo di addensare la
besciamella senza passare dal fuoco. E gira e gira con quella frusta, forse è
sempre lì a girare e sfidare le leggi degli amidi.
Ci sono stati anche stagisti bravi (uno per la
precisione, ma il plurale mi fa suonare meglio la frase), che si sono impegnati
e che sono stati giustamente premiati con un lavoro, appena conclusa questa
esperienza con noi. E’ successo davvero e ne sono felice. In bocca al lupo!
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