venerdì 18 ottobre 2013

IL PRANZO DELLE STELLE

L’anno scorso ne parlai qui, definendolo il giorno perfetto. Vi può essere un secondo perfect day nella vita? Parrebbe di si..
Rieccomi alle prese coi fornelli della cucina della Nara a terminare il mio cinghiale in dolceforte per il pranzo delle stelle. A breve nel salotto di casa apparecchiato a festa si siederanno più stelle che in un firmamento. Dal nord al sud della penisola una ventina di astri, in orbita sui cieli fiorentini in occasione della presentazione della guida ristoranti d'Italia dell’Espresso, arresteranno per qualche ora la loro traiettoria celestiale proprio qui, in questa casa della nonna dagli arredi anni sessanta.
Come l’anno scorso io son su di giri a mille, anzi di più perché i commensali sono aumentati. Pare che il pranzo dell’anno passato sia loro piaciuto parecchio, per cui son tornati tutti e se ne sono aggiunti altri. Mi pare un sogno, vederli entrare e salutarmi con parole come: ciao Sabrina che bello rivedersi!.
Caspita mi hanno riconosciuto!? Segue: Moio o non moio?
Godere della loro compagnia in una situazione familiare, osservarli nelle vesti di persone normali, anziché angelicate, che si affaccendano a sparecchiare, servire i colleghi, c’è un due stelle che ramazza il pavimento.. tutto questo è per pochi e io ci sono. Credo di essere fortunata, anzi oggi me ne sono convinta.
Il three starred chef dall’accento tedesco mi sfila i piatti di mano: “lascia faRRe ci penZo io, siedi con noi”.
Oppongo resistenza, ma non troppa, visto che in tavola stanno sfilando di bicchiere in bicchiere, nell’ordine Egly Ouriet, Ulysse Collin, Salon (e ripeto Salon) e una magnum di Baron de L del 2002 (ripeto anche questo scandendo ogni sillaba). Credo sia opportuno che mi sieda e alla svelta.

Se potessi scegliere mi siederei al fianco del viareggino più grande, quell’uomo non più giovanissimo, dall’aspetto dolce e pacato, colui che qualche anno fa mi introdusse al piacere del pesce crudo più buono della mia vita. Così, teneramente gli cingerei il braccio e chinerei la testa sulla sua spalla sussurrando “perché il mio cuocobabbo non ti assomiglia neanche un po'?”

2 commenti:

  1. Diretto, essenziale e con la giusta vena di romanticismo. Molto bello!

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    1. grazie! è stata davvero una giornata memorabile, spero di averlo fatto capire con queste tre righe sopra.

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