venerdì 13 novembre 2015

ALTITUDINI E DEPRESSIONI

E' mezzogiorno. Domenica ora di pranzo.
Si sono dati tutti appuntamento alla stessa ora. Hai voglia a dargli tre orari di arrivo scaglionati. C'è l'ingorgo all'ingresso, tra passeggini, anziani col bastone, amiche che si fanno i complimenti per le scarpe e la messa in piega. Poi ci sono anche io in mezzo a tutta la bolgia, ma non mi si vede. E vorrei con tutte le forze attraversare l'ingresso per raggiungere il banco del pane e iniziare a preparare i cestini. Sono tutti alti, maledizione, a parte quel paio di nonni ricurvi per l'età. Leggevo qualche tempo fa che la popolazione italiana continua a crescere in statura; in meno di un secolo siamo cresciuti di ben 11 cm rispetto ai nostri bisnonni. Tutti tranne me e pochi altri sfigati.
Ma c'è di più. La crescita, leggevo, è strettamente correlata, oltre che a fattori genetici, alle migliori condizioni di vita e soprattutto all'alimentazione durante LA fase fetale e nei primi anni di crescita. Ora, io sono figlia di ristoratori, o quanti problemi di alimentazione avrò avuto? Nove mesi dentro una pancia di indubbia capienza, una vera casa di Hansel e Gretel, che ha visto scivolarsi dentro carni alla griglia, paste fatte in casa, zuppe  d'ogni genere, crostate alle more e biscotti di prato appena sfornati, come se non ci fosse un domani. Poi lo svezzamento e tutti gli anni trascorsi tra quelle mure intrise di odori di soffritti, coniglio al forno e prosciutto del Pratomagno, e le merende col panino farcito con la braciolina fritta. E allora cosa non ha funzionato?
Mentre mi deprimo tra queste genti slanciate, una signora coI jeans attillati, che per toglierli ci vuole lo svitol, ride sguaiata e si slancia indietro pestando il mio piedino 36 con una diabolica scarpa corazzata di plateau morbido come il marmo. 
"Ohi" soffoco una lacrima di dolore! Lei ruota la sua bella testa ad altezza giraffa e non vede nessuno..
- per forza, sto 30 cm sotto di te, stronza!-
Alta e stronza.
Ma è una cliente e pagherà perciò la tratterò con tutte le attenzioni del caso. E soprattutto farò attenzione a quelle armi contundenti che indossa ai piedi.
Riesco a raggiungere il banco del pane e salgo sulla pedana, guadagnando almeno 10 cm in altezza. Ora respiro e qualcuno lo posso pure guardare negli occhi senza alzare la testa.
Il mio collega di fianco affetta la soprassata e sentenzia con ghigno diabolico: "l'importante non è essere alti ma essere all'altezza, non mi ricordo dove l'ho letta, però mi pare calzante"
Respiro, affetto il pane con calma e precisione, dispongo le fette nei cestini e ne prendo tre sulla mano e due sul polso. Ci vuole abilità e equilibrio. Scendo dalla pedana e mi faccio avanti tra i clienti. Il pane non cadrà, sono all'altezza.

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