lunedì 20 marzo 2017

ESSENZIALE A FIRENZE

Essenziale da vocabolario Treccani: quella cosa di cui non si può fare a meno.
Essenziale da dizionario Garzanti: ciò che costituisce l’essenza di una cosa, la sostanza.
Essenziale secondo me: se ci vai a cena o per il brunch della domenica accertati che ci sia Simone Cipriani.
Perché essenzialmente si possono fare due scelte: rifarsi solo la bocca con la ribollita a gnudo, oppure rifarsi la bocca e anche gli occhi se è lo chef che te la serve da dietro il bancone. E io vi consiglio caldamente la seconda, tanto costa uguale. 

ribollita a gnudo con mano di chef

E siccome è anche molto essenziale prenotare con buon anticipo, quando chiamate non dimenticate mai la seguente domanda: “lo chef c’è?” Cui seguirà: “bene mi riservi i posti al bancone”. Perché sedere al bancone è il modo migliore per conoscersi: il menù di 3 portate a 35€. C’è più gusto a assaporarlo a pochi metri dal Cipriani.
Appollaiata sullo sgabello vista chef mi gusto la carabaccia che giace sotto un giardino di cavolo nero, chips di topinambour e foglie di cavolo rosso crude. E faccio le mie millemila foto allo chef che lavora. E penso che deve essere una bella seccatura essere lo chef più figo di Firenze e provincia, una vera rogna, mentre tutti ti cercano difetti e fotografano più te che i tuoi piatti.

Simone Cipriani a distanze diverse :-D

Se oltre che bello lo chef in questione ha pure la sfiga di essere bravo potrebbe risultare un tantino antipatico ai più. Anzi è roba da rimanere sulle palle anche al padre eterno. E invece viene fuori che lo chef è pure spiritoso e divertente e a quel punto dico vabbé la natura è ingiusta, non mi resta che  abbracciare il pinguino Gianni, mascotte del ristorante e chiedere un topinambur tiramisù doppio.
A questo punto potrebbe essere essenziale che chef Cipriani se la rida di gusto a leggere queste mie considerazioni “di pancia”, altrimenti  potrebbe essere vitale per me non incontrarlo in giro per un po’!!

E mentre aspetto il mio piccione alla brace mi apparecchio, prendendo le posate dal cassetto sotto il tavolo, perché all’Essenziale è fondamentale stare al gioco: compresi i giochi di parole.
Pappioca per esempio, è una sorta di pappa al pomodoro con tapioca e wasabi. Che dire, la leggi in carta e vuoi non ordinarla con un nome così? E visto che siamo a giocare con le parole mi scappa anche una Battuta,  tartare di manzo marinata nel lampone, servita con cavolo rosso; dentro c’è, ma non si vede, un  tuorlo d’uovo marinato a bassa temperatura: l’essenziale è invisibile agli occhi.

Carabaccia, Battuta, Pappioca

Tutto il resto invece si vede bene e non si fatica a trovare il cibo nel piatto. La cucina essenziale non è affatto stitica, al contrario è generosa nei sapori e nelle quantità, per cui se avete prenotato per cena, non dico che sia essenziale saltare il pranzo, ma è fortemente raccomandato.




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