Il titolo si ispira a una rubrica che compariva nelle prime
pagine de La Cucina Italiana qualche anno fa. Nico e Danda, i due protagonisti
dialogavano seduti alle tavole di ottimi ristoranti d’Italia e non solo.
Io invece oggi son qui seduta in un gradevole ristorante del
centro fiorentino, per una colazione di lavoro. Ad essere sincera io di solito
o lavoro o faccio colazione, mai le due cose insieme, ma l’idea di lavorare con
le gambe sotto un tavolo apparecchiato mi piace parecchio, pertanto evviva
tutte le colazioni di lavoro che mi verranno proposte.
-perché stai impilando i piatti a lato del tavolo, c’è il
cameriere per questo
-come è che si dice..deformazione professionale, solidarizzo
con la categoria, insomma cerco di dare una mano, è sbagliato?- faccio con tono
un po’ preoccupato..
-Si lo è
Eccoci. E penso, questo bel signore con cui sto
colazionando/lavorando, la cui tempia brizzolata tradisce una certa età ben
camuffata dall’abbigliamento casual finto trasandato..sta per attaccare una
tiritera atteggiandosi a saccente..scommetto che vuol far colpo..
..e invece articola un discorso lineare e condivisibile:
-vedi, questo gesto verrà interpretato dal personale di sala come una loro
mancanza, un compito che avrebbero dovuto svolgere loro, ma che invece hai
fatto tu cliente, facendogli così notare una loro lentezza o distrazione o dei
tempi di attesa troppo lunghi.
-ma dai?
-si perché se tu senti l’esigenza di spostare il piatto a un
lato del tavolo significa che quel piatto ti disturba, che hai una sorta di
fastidio
-addirittura? E io che pensavo di fare un gesto carino..mhm (quando succede a me, al
mio ristorante, di avvicinarmi al tavolo dove hanno già raccolto i piatti io
non mi sento offesa per niente, anzi..).
Parliamo di lavoro, di alcuni progetti da realizzare, della
noiosissima tempistica di realizzazione ecc, ma la faccenda dei piatti ancora
mi ribolle in testa: - quindi non pensano che io abbia sbagliato locale, che
sia una sempliciotta da pizza al circolino o una massaia profondamente calata
nella parte, cui tocca inesorabilmente il compito di sbarazzare la tavola..?
-no tutto il contrario, si sentiranno rimproverati da te,
non aiutati. Tace per qualche istante, poi riprende: -se tu chiedessi gli
stuzzicadenti al tavolo, bè allora si che penserebbero che la signora è entrata
nel locale per sbaglio.
Questa la so anche io caro il mio buon zietto di mezza età, medio spettinabile, qui non mi
cogli impreparata.., penso con una certa soddisfazione… E dato che ti mostri
così ferrato in fatto di buone maniere a tavola, mi aspetto che all’uscita tu
mi porga il soprabito, che tu esca per primo per poi tenermi la porta e
soprattutto che sia tu a saldare il
conto! E speriamo che tu non mi legga nel pensiero.. ;-)
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