“Dentro un raggio di sole che entra dalla finestra talvolta
vediamo la vita nell’aria. E la chiamiamo polvere” (Benni)
* * *
“scusi cameriere c’è della terra nel mio piatto!”
“guardi non le stiamo rifilando una sòla, bensì le stiamo
proponendo il menù del suolo: piatti realizzati con terriccio”
quando si dice Terriccio Universale..
Succede a Tokyo, dove lo chef Toshio Tanabe ha ideato e
realizzato una serie di ricette il cui ingrediente protagonista è la terra, si
si quella che calpestiamo, esattamente lei. È proprio il caso di dire che
mangiare la polvere non è mai stato così trendy, costoso e forse pure gustoso.
Il terriccio, afferma lo chef, è biologico e “pulito”, in quanto raccolto a
estreme profondità in terreni montani “non inquinati” a nord di Tokyo. Speriamo
non nella direzione di Fukushima..
La terra è poi adeguatamente processata per essere resa
edibile. Step finale la miscelazione dell’estratto terroso con gelatina per
ottenere una sorta di fango dai molteplici utilizzi. In realtà l’idea di
cibarmi di fango non mi fa storcere il naso, e benché di fanghi ne abbia
sperimentati un gran numero, mai per uso orale però, per lo più erano fanghi snellenti
e maschere all’argilla e affini.
La sensazione che ho in mente è diciamo un po’.. polverosa.
Tuttavia il nuovo che avanza in cucina non mi spaventa, mi
incuriosisce. Mi fanno innervosire quelli che udita la notizia se ne sono
usciti con commenti come “non sanno più cosa inventare”, “110 euro, cara quella
mota..”, prendendosi gioco del lavoro e dello studio altrui.
Nel mondo del vino ormai tutto ruota intorno al concetto di
terroir, potremo dire scherzosamente che Toshio Tanabe il terroir ce lo serve fisicamente
sul piatto.
Per quel che mi riguarda, mangio tutto ciò che mi provoca
salivazione e se un sorbetto di terra avesse questo effetto non esiterei a
trangugiarlo. Poi naturalmente ci sono cibi che scelgo di non mangiare, non per
scetticismo o per diffidenza verso quelli che finora erano considerati
non-cibi, ma per una mera questione di gusto, consistenza, repulsione visiva,
odore e talora motivi affettivi. Ad esempio le vespe e le formiche, il durian,
per il quale ho già dato, la carne di cane e cavallo e perfino la prelibata
ostrica.
In fondo in passato lo scetticismo nei confronti di nuovi
ingredienti in cucina ha coinvolto cibi che oggi son di largo uso, basti
pensare al pomodoro, ritenuto per lungo tempo velenoso, o la melanzana, il cui
consumo, secondo alcune credenze popolari, poteva portare alla pazzia. O il
caso della patata, dopo quasi tre secoli dal suo arrivo in Europa, era ancora
trattata come pianta ornamentale e vista con diffidenza in cucina, perché
ritenuta portatrice di malattie. Pensa tu, 1800 anni senza le patatine fritte..
Al momento il Giappone è un po’ lontano, per i miei tempi
stretti e per le mie tasche, pertanto spero in una visita dello chef nel Bel
Paese, per portare la sua esperienza “terrena” fino a noi.
Tratto da TERRA! Di Stefano Benni
CHEZ LES CREATURES
“Tutto quello che si può mangiare in questa galassia noi
ce l’abbiamo”, diceva modestamente l’intestazione del menu.
“i signori desiderano?” chiese il cameriere
“non so ci aiuti lei, è difficile scegliere in un menu di
sessantamila portate”
“se permettete signori vi consiglierei le minestre
misteriose. Sono buone ed è emozionante non
sapere cosa ne salterà fuori. Per secondo piatto, se siete robusti,
potrei portarvi un propus venusiano”
“perché occorre essere robusti?”
“date un’occhiata al tavolo di fianco”
Al loro
fianco infatti due russi panciuti
stavano scoprendo una zuppiera dalla quale usciva un buon odore di bollito. Il
primo russo infilò una forchetta, ma dalla zuppiera uscì un tentacolo azzurro
che lo afferrò per la testa e lo tuffò
dentro al brodo tenendolo sotto. Due camerieri intervennero e con una
coltellata liberarono il cliente. Ci provò l’altro, ma il propus, un incrocio
tra un polipo e una medusa, usci dal piatto e ingaggiò una lotta corpo a corpo,
tra schizzi di sugo e urla del russo, che alla fine mezzo strangolato dai
tentacoli urlò: “la frutta, voglio la frutta!”
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