Al rientro dalla trasferta milanese in occasione della nona
edizione di Identità Golose mi accingo a disfare la valigia colma di idee,
stimoli e qualche brochure. Prima di partire discutevo con alcuni colleghi
ristoratori che stavolta hanno disertato il congresso, che esprimevano commenti
fin troppo disillusi del tipo: “non ho più voglia di ascoltare della
filosofia”, “tutti quei bei discorsi, in questi tempi bui mi suonano come aria
fritta..”
Parole che mi si sono stampate in testa, che mi han fatto
pensare durante tutta la kermesse, e ora a congresso finito provo a riordinare
le idee.
Il Valore Rivoluzionario del Rispetto, il tema centrale di
questa edizione; non solo rispetto per la natura, per le materie prime e per la
tradizione, ma anche rispetto per il cliente, e vivaddio rispetto per il lavoro
del cuoco e collaboratori. E poi il rispetto per noi stessi e come affermava
giustamente Paolo Marchi, il rispetto per la verità che non è solo la nostra, a
maggior ragione in cucina “dove lo scambio è continuo e globale”.
Ma ha davvero senso parlare di rispetto ai tempi della crisi
o è aria fritta come paventavano quei miei colleghi?
Si ha senso, eccome, e non perché lo dico io, ma perché gli
interventi che si sono susseguiti nelle varie sale lo hanno ampiamente
dimostrato.
Il rispetto dell’ingrediente, ma più rivoluzionario ancora
il rispetto della tradizione gastronomica, è stato l’aspetto centrale, quasi
sempre accompagnato dal rispetto per le tasche del cliente, sempre più vuote ai
tempi della crisi. Ma facciamo degli esempi.
Risotto alla parmigiana classico arricchito da un’esplosione
di sapori derivanti da una manciata di
polvere di lenticchie tostate; scaloppina al limone ma con carne di vitello
cruda: di aria fritta neanche l’ombra, solo capperi fritti per dare
croccantezza. Carlo Cracco.
Ma ai tempi della crisi rispetto per la materia prima e
rispetto per il cliente e per i suoi soldi è anche il non buttare via niente,
che non significa mangiarsi un pomodoro acerbo dell’orto a fine stagione,
perché ormai manca il calore per una giusta maturazione, ma usare quel pomodoro
verde per estrarne dell’acqua la cui componente acidula sarà preziosa per
realizzare marinate, fare aceti, vinagrette, sorbetti. Bravo David Kinch. O
ripensare uno chateaubriand come un filetto di sedano rapa anziché di
carne e trattarlo alla stregua del pezzo più pregiato dell’intero manzo. Costo
del piatto quanto mai contenuto. Chef Scabin mi vuoi sposare?
Ma il vulcanico chef di Rivoli va oltre, e arriva fin su
nello spazio e lo fa con 300 pasti commissionati dalla NASA per gli astronauti
che si lanceranno nello spazio il prossimo giugno. Space food è davvero un
menù “stellare”: parmigiana di melanzane, risotto al pesto, lasagne, verdure al
salto, tiramisù. Disidratati e confezionati in buste sottovuoto da reidratare
al momento dell’uso. Cibi il più integri, profumati e accattivanti possibile,
per risollevare il morale degli astronauti costretti in solitudine per mesi. E
se questa è filosofia io mi chiamo Claudia Schiffer.
Nel concetto di rispetto per la materia prima è insito pure
il rispetto per chi la produce, per quegli artigiani del gusto che dedicano
fatica e sudore a produrre quel formaggio, quel salume o quell’olio straordinario.
Non solo: se all’Osteria Francescana troviamo in carta il
cotechino, cotto a vapore nel lambrusco, accompagnato dalla sbrisolona in un Viaggio
da Modena a Mirandola, qui il rispetto si fa aiuto concreto verso quei
prodotti e quelle popolazioni colpite dal terremoto. Un piccolo contributo se
effettuato da un singolo, ma grazie anche a questo congresso il messaggio si fa
mondiale. .. ecco l’importanza di essere qui, nel periodo del grande freddo.
Infine, il sogno, quello che forse intendevano i miei
colleghi con la parola filosofia: affinché il gelo e la paura del futuro
incerto non blocchino i nostri cuori, non intorpidiscano la passione che ci
motiva ogni giorno, c’è bisogno del sogno più che mai. Hai ragione Massimo
Bottura.
In conclusione la speranza è quella che quei miei colleghi dubbiosi
l’anno prossimo decidano di non ridisertare l’appuntamento milanese e sfidino
con me la tempesta di neve che matematicamente accompagnerà anche la decima
edizione di Identità Milano..
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