Può sembrare strano che un
ristoratore si prenda la briga di scrivere, e bene, di un altro ristoratore. In
realtà è proprio perché faccio questo lavoro e conosco, scusate l’espressione,
i cazzi e mazzi di questa professione, quando incontro un ristoratore bravo,
vale a dire serio e competente c’ho voglia di raccontarlo. E Giovanni Santarpia
è uno di questi. Non solo, è anche pizzaiolo di fine intelletto perché il
lunedì sta aperto. Vivaddio.
La cosa può sembrare di poco
conto per voi beate genti, ma per noi della categoria, in maggioranza con turno
di riposo a inizio settimana, trovare anche una pizzeria decente che sia aperta
il lunedì è cosa molto complicata. Ma Giovanni c’è, con la sua pizza che io
considero la migliore nel raggio dei chilometri ragionevolmente percorribili
per una buona pizza. Si calcoli che da Pontassieve a San Donato tra andare e
tornare son quasi 100 km. Ma la sosta a Palazzo Pretorio li vale tutti.
La pizza di Giovanni è di quelle
ad "alta digeribilità", è talmente leggera che con gli amici abbiamo
ufficialmente deliberato che “a noi la pizza di Giovanni (ci) fa pure
dimagrire!”. È buona perché è soffice dentro e croccante fuori, due
caratteristiche che conserva per tutto il tempo in cui giace nel piatto: non
come quelle pizze che al terzo spicchio o son granito o rimbalzano.
Io che appartengo alla categoria
di coloro per cui la pizza ha da essere col pomodoro, ammetto che a Palazzo
Pretorio ci sono almeno un paio di pizze bianche da bacio accademico.
La Napoli di Giovanni
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