domenica 11 marzo 2012

ERBORINATI PROTAGONISTI

L’altro ieri l’amico Patrizio  si è presentato con un bel mazzo di mimosa per donna Lisetta e per me, con annesse un paio di bottiglie (il che non guasta mai): un marsala vergine riserva e un bel porto vintage del 2005 (sebbene ancora in fasce è sempre gradito regalo). Ho pensato a come potevo ricambiare un pensiero così gentile e sono giunta alla conclusione che la cosa migliore che potevo fare era stapparle con lui e pasteggiarci. Anni di scuola AIS mi hanno insegnato che i liquorosi si abbinano agli erborinati e questo è noto, ma un intero pasto sorseggiando porto e marsala ancora mi mancava.  L’idea mi intrippa. Così nel pomeriggio sono scesa in corsa a Firenze e ho preso tutti gli erborinati che sono riuscita a trovare in volata, poi via verso casa con i finestrini della macchina spalancati. Per difendermi dalle esalazioni del Penicillium glaucum ho rischiato di beccarmi uno Streptococcus pneumoniae.. chissenefrega sono una microbiologa io, leggetevi il curriculum.
Ieri superpatrizio è tornato e abbiamo pranzato insieme, grazie a un menu semplice che ho potuto realizzare in poco tempo anche con altri avventori al ristorante.  
Le preparazioni sono estremamente facili, tanto che mi pare inutile riportare la ricetta. Just keep the idea.. Naturalmente gli erborinati sono intercambiabili tra le diverse ricette (shropshire a parte..)

Crocchette di patate con cuore di gorgonzola piccante. Non vi sto certo a spiegare come fare le crocchette di patate, solo ricordatevi la crosta, che sia spessa e croccante, per cui prima pangrattato poi uovo poi di nuovo pangrattato. Niente sale nell’uovo.
Sandwich di polenta con blue shropshire. Il blue shropshire a dispetto del nome è giallo, quasi arancione, insomma lo stesso colore della polenta con cui lo andate a servire. E’ compatto rispetto agli altri e regge meglio il passaggio in forno. Per non perdere tutto il ripieno avvolgete il sandwich in una sottile fettina di lardo.
Tartellette di pasta brisée con roquefort, pere e noci. Si rasenta la banalità ma il risultato è assai gradevole. L’unica noia può essere la pasta brisée. Potete ovviare utilizzando quella già pronta in rotoli e siete già a più di metà dell’opera. Se la fate da soli..allora siete mmmoooltoo più avanti ;-)
Ravioli di grano saraceno ripieni di Verzin e fichi secchi. Il Verzin è un erborinato di latte vaccino prodotto dal mitico Beppino Occelli (la mia grande scoperta al salone del gusto nel 2008). Tranquilli, l’ho trovato al banco gastronomia della Coop, unico consiglio: prendetene in abbondanza o potrebbe mancarvi a forza di assaggiarlo..
Eh si questi ravioli li dovete fare con le vostre manine, ma che sarà mai fare tre etti di pasta ovvero mescolare farina, uova e un po’ di olio di gomito.. per il ripieno basta un cucchiaio, non occorre neanche il sac à poche e poi basta un coppapasta per ritagliare dei cerchi di pasta. Tutto qui. Li ho conditi con burro e pancetta a listarelle.
Per questa ricetta ho utilizzato un linguaggio da Clerici, un approccio da Parodi e l’approssimazione da Tessa Gelisio.
MI VERGOGNO.
Per fortuna vostra scrivo e perciò non sentite la mia voce, ma vi assicuro che è un pochino più soave di quella dell’Anna Moroni..
Straccetti di manzo allo stilton. Quando unite il formaggio spengete il fuoco. C’è altro da dire?
Spiedini di prugne secche e albicocche secche farcite con gorgonzola dolce. Lo confesso l’ho mischiato con un cucchiaio di mascarpone.


2 commenti:

  1. Grazie Sabrina i piatti erano OTTIMI!
    p.s.
    Il Porto però non era vintage ma LBV.....

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