In un pomeriggio di sole, con una lieve brezza di primavera, pochi eletti sorseggiano vino a bordo piscina. Ma non è la puntata di una soap opera girata a Beverly Hills, tant’è che sullo sfondo si intravedono le mura di Monteriggioni e la protagonista non è una sventola bionda anglofona..c’è la solita cuochina della campagna fiorentina.
Altro che beautiful, qui è più biutiful che mai, percorrere in pochi metri l’Italia tutta, ad iniziare dal petite arvine per approdare dolcemente al moscato di Sorso-Sennori. Il tutto esente dal pericolo di inciampare in uno zifandel (casomai un primitivo), o in un inviato di wine spectator.
Altro che sogni di Californication..
Tutte le volte che vado a una degustazione, mi riprometto di saltare l’amato Alto Adige, con la scusa che lo conosco in lungo e largo, e ogni volta finisce che mi ci inchiodo per delle mezzore. Mica è colpa mia se allo stesso tavolo ci sono Pacherhof e Franz Haas: applausi al sylvaner del primo e al Manna 2009 dell’altro, ne piovesse dal cielo..
L’incontro folgorante è stato con Mario Zanusso, I Clivi, Colli Orientali del Friuli, in realtà col suo Verduzzo secco: vigneti di età compresa tra 40 e 60 anni, solo acciaio per un prodotto eccellente. L’ho capito solo dopo averlo assaggiato, per questo ho chiesto la ribolla a seguire..perdonami Mario!
E poi Sartarelli, marche, colui che qualche anno fa mi ha fatto scoprire che il verdicchio dei castelli di jesi sta nella bottiglia renana (già lo sospettavo che l’anfora non fosse adeguata :D), tanto i suoi vini potenti, freschi e morbidi, che ricordano la lontana Alsazia. E se al corso AIS ci propinavano il verdicchio come uno dei migliori vini da pesce, io il Balciana lo proverei anche sul petto d’anatra, così..
Piacevole incontro con il Bolgheri di Tringali-Casanuova, tra tutti il Casa al Piano, quello più semplice: non ci posso fare niente, ho una predilezione per i vini solo acciaio.
Nota di merito ai vini di Val di Toro, scoperti dall’amico, nonché gran bevitore Francesco. Ha fiuto il ragazzo..
ti capisco cara cuochina della campagna toscana anche io prediligo i solo acciaio, nervosi e vibranti, sarà che da piccoloa avrò visto troppi cartoons sui robot :-)
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