domenica 22 gennaio 2012

AZ. AGR. IL RIO: IL VIGNAIOLO CHE DISEGNAVA GIOIELLI

Un casale tra le vigne, due gatti, due cani bianchi, e Manuela e Paolo Cerrini: ecco Il Rio, azienda vitivinicola nel cuore del Mugello.
Siamo (io e miss BB) a Vicchio e Paolo molto gentilmente è venuto ad aspettarci alla stazione. Lo seguiamo con la macchina e dopo aver lasciato la strada provinciale  ci addentriamo nella bella campagna mugellana. Un tratto di strada sterrata ed eccoci. Conosciamo Manuela, che ci introduce i “familiari” a quattro zampe che da un po’ ci girellano intorno in cerca di attenzioni. Paolo viticoltore pioniere nel Mugello, è stato il primo a introdurre il Pinot nero da queste parti. Erano i primi anni Novanta e Paolo ci mostra con orgoglio un diario di quei giorni:
sole, nuvoloso, piantate barbatelle, piove grazie al cielo …
Altri lo hanno seguito in questa avventura, tanto che qualche anno fa è nata l’associazione dei viticoltori di pinot  nero dell’Appennino Toscano, che conta ad oggi nove aziende, tra mugello, casentino, garfagnana e lunigiana.
La visita inizia nel vigneto storico “Il rio”, circa mezzo ettaro, dove le viti sono allevate a Y, per avere un buon sviluppo fogliare  così da proteggere i grappoli dall’eccessiva insolazione estiva.
Ai margini del vigneto ci sono tre tini in acciaio, in uno dei quali Paolo ha inserito una griglia, al fine di separare la frazione liquida dagli acini appena ammostati, che subiranno così una sorta di macerazione carbonica. “Non chiedetemi perché e per come o cosa succede, so solo che da quando faccio così ho un vino molto più elegante”. Così come la penicillina isolata per caso da un melone marcito trovato su un banco del mercato, anche Paolo ha fatto la sua scoperta per caso, quando, a seguito di una vendemmia particolarmente abbondante, non riuscendo a follare le vinacce col bastone, lasciò che il cappello fermentasse intatto. “Finalmente nel 2008 ho imbottigliato Audry Hepburn” dice giustamente soddisfatto, sottolineando la maggiore eleganza rispetto alle annate 2006 e 2007, rispettivamente più Marilyn e più Lucia Bosé.
Era disegnatore di gioielli Paolo, e benché faccia il vignaiolo ormai da molti anni, non ha certo perso l’estro dell’artista. Per facilitare le operazioni di  pulizia delle barriques ha ideato un congegno in legno per sollevare la parte superiore e aprirle, e ha anche progettato e realizzato una sorta di sci di legno da applicare alle cassette con l’uva durante la vendemmia, per poterle spostare più agevolmente.
Quest’uomo ci piace.
E ci piace pure la moglie che ci accoglie nella grande cucina col focolare e la tavola imbandita: olio, pecorino, pane tostato sulla brace e noi a chiacchierare come amici di vecchia data fino all’imbrunire, sorseggiando l’ottimo “Ventisei” 2008. Invitante nel suo rubino trasparente, sincero e schietto, fresco. Chiodo di garofano, ciliegia, amarena.. ecco la macerazione carbonica! Buono.
Prima di andare vorrei acquistare anche un po’ di Annita, il loro bianco da uve chardonnay e pinot nero, ma niente da fare è finito. Uffa!
Vabbè c’ho la scusa per ritornare a breve..

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