lunedì 16 gennaio 2012

IN VISITA AD ASSISI

Mi godo la mia domenica di ferie nella bella Assisi. Da ristoratore godo oltremodo nell’andare in giro la domenica, mi sento quasi “normale”.
Arrivo a destinazione in tarda mattinata, lascio la macchina in uno dei parcheggi autorizzati (stavolta sto attenta!) e mi incammino in direzione centro. Visito la Basilica di Santa Chiara, poi San Rufino, poi La Rocca Maggiore, che vale tutti i 5 eurini di ingresso; una foto qui una foto là, poi mi viene fame. Mi giro intorno e individuo un piccolo negozio di salumi e formaggi. Leggo sulla lavagna esposta fuori “torta al testo”: mi basta questo per decidere di entrare. Sono tentata di farcirla con qualche fettina di barbozza (è possibile che in altre zone la chiamino barbozzo?), poi opto per qualche fetta di prosciutto di Norcia. Non che mi immaginassi l’omino con la brace e il testo, ma vedere che tira fuori la torta da un sacchetto sottovuoto mi fa passare un po’ la poesia. Tra i due vini a mescita proposti, uno bianco e uno rosso, vado per il sagrantino, che mi viene servito nel bicchiere di plastica. Hihi o’ prova a fare la degustazione se ti riesce..
Mi siedo a mangiare fuori al sole, su una scalinata lì vicino, appoggio il bicchiere a fianco e mi libero le mani per poter addentare la torta. Nel tentativo di mantenere intatto il rossetto spargo una buona dose di briciole e eccoti due piccioni a tenermi compagnia. Gesticolo un po’ per allontanarli e finisco per rovesciare il bicchiere col vino.
Maledetti piccioni.
Rientro nel negozio per chiederne un altro bicchiere e prima che l’omino proferisca parola lo precedo: - è colpa dei piccioni-. Lui abbozza un sorrisetto, mesce e tenta una frase con un improbabile accento toscano: - che tussei fiorentina?-
Annuisco.
Lui prosegue parlando dell’Umbria, della Toscana e della grande Etruria (io già mi sono persa), per poi tirare in ballo il secessionismo leghista: - eh no, ma noi s’era compresi, eccome se ci prendevano volentieri in  Padania!-  non rispondo:  ignoro nella maniera più completa dove siano sti confini tanto agognati dal popolo che dice di averlo duro.
La mia visita procede tra chiese, cripte, negozi e fotografie. Questo posto mi piace.
Sulla via del ritorno, forse inebriata dalla bellezza indicibile della basilica di San Francesco, cado nella solita trappola da turista. Entro in una pasticceria con la scusa di un caffè, ma soprattutto di una fetta di rocciata, la classica torta arrotolata, ripiena di mele.  Mi cade l’occhio su degli invitanti brustengoli, altra specialità locale, vabbè me ne incarti due, li porto a mammà. I prezzi non sono esposti, solo dopo capisco perché. Colpa mia che non ho domandato prima. Tre dolcetti e un caffè: 12 €. Alla faccia del Santo che predicava la povertà e sul quale certi esercizi basano le loro ruberie. Per lo meno la rocciata era buona. Amen

4 commenti:

  1. Ma hai fatto anche l'ultimo tratto della Rocca al buio?

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  2. quel corridoio lunghissimo che conduce alla torre esagonale? ora hanno messo delle piccole lampadine e poi c'è la luce che entra dalle feritoie!
    molto suggestivo

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  3. Purtroppo molte località sede di Santuari sono
    deturpate da bancarelle e negozi che vendono paccottiglia e da prezzi esosi dei bar e ristoranti. Per esperienza personale posso citare Cascia con il santuario di S. Rita oppure Loreto tanto per rimanere in zona.

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  4. Sei favolosa! Il tuo blogghe è troppo forte! :-) Non è molto credibile il vino rovesciato per colpa dei piccioni... mi sembrava più veritiero il "culo gnudo" al primo morso... :-)

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