Barbara Bonaccini
Che strana, emozionante sensazione ho provato giovedi scorso tornando a varcare la porta dell'Hotel Excelsior di Piazza Ognissanti.
Avevo deciso di festeggiare il mio Giovedi Grasso partecipando al God Save the Wine, il festival vinoso organizzato dal mio amico Riccardo Charini di Promowine e da Firenze Spettacolo.
Location: l'Excelsior appunto, che ho frequentato per almeno tre anni come sommelier Ais.
Appena superata la porta girevole all'ingresso, salutata educatamente dall'immancabile baldo giovanotto con la tuba ( pur sempre di un 5 stelle si tratta) ho avuto la sensazione di un ritorno "a casa" e ho ripensato a tutte quelle volte che, ormai sommelier mentre andavo a dare una mano ai corsi, entravo e uscivo da quell'ambiente elegante e sfavillante con estrema disivoltura salutando gli addetti alla concierge o il maitre come se li conoscessi da sempre.
E che strano effetto poi ritrovarsi a degustare i vini delle aziende presenti proprio nella sala che per un anno è stata la mia aula; specchi e pareti che mi hanno vista avvicinarmi entusiasta, ma anche titubante, dubbiosa al vino. Qualche volta anche sconsolata quando allargavo il mio nasone nel bicchiere e nonostante tutto non riuscivo a sentire quei profumi che il relatore di turno trovava nel vino. E con i gomiti appoggiati sui tavoli di quella sala, mi ripetevo che "non c'avevo naso, non ci capivo nulla e che non sarei mai uscita da là dentro con il tastevin appuntato sul petto".
Il caso ha voluto che là dentro facessi anche il mio esame e che invece uscissi trionfante da quelle porte dorate.
Fra i tanti ottimi vini presenti alla degustazione del God Save the Wine, sull'onda delle sensazioni suscitate dal mio "ritorno alle origini" mi hanno particolarmente colpito i Chianti del Podere Palazzino. Azienda di Monti in Chianti, presso Gaiole, utilizza solo vitigni autoctoni.
Pulizia di profumi, franchezza, estrema riconoscibilità del Sangiovese chiantigiano nell'Argenina, il "vino base" ( ...mi è scappato anche se tutte le volte mi riprometto di non chiamarli così); materia che promette bene sulla filosofia produttiva dell'azienda. E l'assaggio della riserva La Pieve, lo conferma: riconoscibilità del vitigno nei profumi e al gusto, beva non stancante e una buona persistenza.
Sono proprio curiosa di riassaggiare tutta la gamma. Meno male che l'Anteprima del Chianti Classico è ormai alle porte...
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