giovedì 2 febbraio 2012

LA GRANDE FAMIGLIA DI MASO MARTIS

Barbara Bonaccini
Con questa neve mi scaldo il cuore e la mente pensando all’estate. Ed ecco il piacevole ricordo di un bel sabato d’agosto e di sole in Trentino.
Per la mia settimana di ferie, avevo deliberatamente optato per la Val di Sole:la valle delle mele  e delle acque sorgenti, lontana dal vino, tanto per staccare un po' la spina.  Salvo  l'ultimo giorno concedermi una puntatina a Maso Martis: bollicine di cui avevo sentito un gran parlare e che mi avevano tanto incuriosito.
 Al ritorno sarei stata di strada: perchè non fissare una visita? Occasione da non perdere, a maggior ragione – pensavo io – al termine di ferie che si preannunciavano "salutiste": coccole termali, letture, passeggiate nel verde, tutt'al più qualche stravizio a base di strudel e casolet.
Arrivo a Maso Martis al termine di una settimana mirabolante dove fra sentori di speck e formaggi di malga ho attaccato bottone con autoctoni simpatici e cordiali, pronti ad offrirti calici di Perlé per aperitivo come le fontane del paese la loro acqua fresca e dissetante. E, quel che è peggio (si fa per dire) ti invitavano pure a condividere la loro bottiglia di Giulio 2001 per salutarti, la sera prima della tua partenza :-)
Inebriata dall'effervescenza di quei giorni brevi ma intensi, guidavo verso Trento sorridendo e cantando, pensando di aver già ricevuto abbastanza da quelle valli e dalla loro gente. E invece...
mi aspettava ancora una sorpresa.
Roberta Stelzer, la proprietaria, mi accoglie sorridente nello spiazzo antistante la cantina dove su una lunga tavola il nonno pulisce il fresco radicchino dell'orto appena colto mentre in cucina una delle figlie e la nonna preparano il pranzo per i vendemmiatori. Sono fortunata, madre natura ha fatto doverosamente il proprio corso e  la vendemmia a Maso Martis è appena cominciata.
Roberta mi accompagna nel vigneto armata di macchina fotografica per immortalare uno dei momenti topici del loro lavoro e... me che pilucco chicchi di profumatissimo Moscato Rosa con la stessa aria divertita e soddisfatta di quando da bambina mi arrampicavo sull'albero del contadino a mangiare le ciliege.
Breve giro nella minuscola cantina: Roberta mi mostra le bottiglie a riposo sui lieviti come una madre mostra il proprio bambino che dorme nella culla. Solo buio e silenzio per l'affinamento, nessun rumoroso e brusco macchinario, tutto è affidato alle mani amorevoli ed esperte della famiglia, dal remuage al confezionamento.
 La ascolto e la osservo e penso che da tanta dolcezza e affettuosità non possano nascere che  bollicine  deliziose. E inevitabilmente la curiosità (e anche la sete) sale. Mentre sono assorta ad occhi chiusi a dare il primo sorso, Roberta mi chiede a bruciapelo: "Vuoi fermarti a pranzo con noi? Una cosa semplice e veloce per rifocillare i ragazzi in vigna".
Non so che faccia devo aver fatto: in un nanosecondo ricaccio dentro il no che forse buona educazione richiedeva. "Si volentieri" rispondo senza esitazione. E via di corsa anche io ad  apparecchiare la tavola per il pranzo della vendemmia come una di famiglia.
La ciliegina sulla torta della mia "spumeggiante" settimana di ferie in Trentino!

2 commenti:

  1. Adesso si che mi hai fatto venir voglia di tornare in Trentino... e visitare tante cantine, tra cui Maso Martis!!;)

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  2. Se andrai da quelle parti, sarà una tappa obbligata per la qualità delle bollicine e per quella dei suoi padroni di casa.

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