Barbara Bonaccini
Della ventina di champagne già assaggiati al corso alcuni mi sono rimasti nel cuore confermandosi portatori di piacevoli, talvolta stupende sensazioni. Come i vini di Jacuqes Beaufort e di Eric Rodez: entrambi biodinamici entrambi di Ambonnay entrambi capaci di arrivare al cuore pur con champagne talmente diversi che potremmo definire antitetici.
Ambonnay comune a sud della Montagne di Reims è famoso per l'alta qualità del suo Pinot Noir con cui si ottengono champagne solidi strutturati con cui accompagnare tranquillamente un intero pasto.
Qui troviamo questi due piccoli produttori (RM récoltant manipulant come si chiamano in gergo) che hanno scommesso sulla biodinamica come filosofia produttiva (Beaufort per necessità a causa di alcune intolleranze alimentari).
Amici nella vita, legati da profondi stima, hanno un carattere totalmente diverso. Schivo, preciso e meticoloso Eric Rodez; loquace, arruffato, estroso Jacques Beaufort (in etichetta compare ancora il nome del padre André). Caratteristiche che puntualmente ritroviamo nelle bollicine dell'uno e dell'altro.
Nitidi, misurati, eleganti i vini di Rodez. Ineccepibile il Millésime 2002 GC con un ventaglio aromatico molto fine di frutti rossi, patisserie, vaniglia e una straordinaria perfetta corrispondenza al sorso. Un vino lungo lunghissimo che mi ha preso anima e corpo.
Intrinsecamente "champagne", espressione di tutta la gessosità del territorio il Dosage Zero GC: qui la scura fruttosità del Pinot Noir giganteggia regalandoci un vino di carattere in perfetto equilibrio fra struttura e freschezza. Vi confesso che io lo proverei su una succulenta fiorentina.
Si dice Ambonnay si pensa Pinot Noir, in realtà trattasi di terra benedetta, baciata da Dio e...(proprio per questo) dal sole e qui viene bene anche lo Chardonnay, sebbene sia meno popolare. E la prova ce l'ha data l'Empreinte de Terroir, Millésime 1995 GC : 100% Chardonnay. Ricco di note terziarie al naso (burro di arachidi, sottobosco, pietra focaia), mi ha sorpreso per una freschezza ancora ben presente e integra, a bilanciare perfettamente la rotondità e pienezza del vino. Uno champagne di corpo e anima che non passa inosservato.
Schietti, irruenti, sempre diversi da un'annata ad un'altra i vini di Jacques Beaufort. Imprevedibili e sorprendenti già quandi li avvicini al naso per quelle note si potrebbe dire lievemente e graziosamente ossidate che o ti intrigano o ti lasciano spiazzato. Champagne di sostanza, di materia, sostenuti sempre da grande acidità e con cui è davvero un piacere pasteggiare. Più irruenti i Polisy Premier Crus con uve provenienti dall'Aube, più equilibrati i Grands Crus di Ambonnay.
Champagne che non accettano compromessi: o li eviti o li adori. Io li adoro!
Anch'io! ;)
RispondiEliminaTorc
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EliminaE stasera Rodez si è riconfermato un fuoriclasse con il Blanc de Blancs, con il Blanc de Noirs, con il Rosé e persino con il Ratafià. Davvero grande.
RispondiElimina..mentre io ero quassù inchiodata da 2 mm di stupida neve. in solitudine mi sono scolata quel che restava di un ottimo n'anticchia di pietro caciorgna
RispondiEliminaNon male, vedo che alla fine ti sei trovata un'ottima compagnia!
EliminaDa Casole d'Elsa producono un Etna Rosso .......
RispondiEliminaPraticamente a Km 0 !!